Jeffrey Epstein, noto finanziere e imprenditore, ha avuto un legame controverso con il club esclusivo Mar-a-Lago, di proprietà di Donald Trump, in Florida. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Epstein non era solo un frequentatore abituale della struttura, ma il club inviava anche le sue dipendenti del centro benessere nella villa di Epstein per massaggi a domicilio.
Visite delle dipendenti e segnalazione
Le visite delle dipendenti sono continuate fino al 2003, anno in cui Epstein ha cessato di frequentare Mar-a-Lago. Questo cambiamento è avvenuto dopo che un’estetista diciottenne, tornata dalla villa di Epstein, ha segnalato ai manager del club di aver subito pressioni per intrattenere rapporti sessuali. In seguito a questa denuncia, uno dei manager ha inviato un fax a Trump, esponendo la situazione e suggerendo di vietare l’ingresso a Epstein. Trump, in risposta, ha riconosciuto la gravità della situazione, definendo la lettera ben scritta e affermando che poteva allontanare Epstein dal club.
Preoccupazioni di Marla Maples
Nel 2003, quando è stato formalmente negato l’accesso di Epstein al centro benessere di Mar-a-Lago, il malcontento nei suoi confronti era già palpabile. Marla Maples, la seconda moglie di Trump, aveva espresso preoccupazioni riguardo alla presenza di Epstein, avvertendo il marito e altri membri del club che c’era qualcosa di “strano” in lui. Maples confidava ai dipendenti di avere dei dubbi sulla figura di Epstein e manifestava la sua apprensione riguardo all’influenza che questi esercitava su Trump. Era contraria all’idea di trascorrere del tempo con Epstein e raccomandava a Trump di fare lo stesso.
Risposta della Casa Bianca
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha risposto alle rivelazioni, dichiarando al Wall Street Journal che si trattava di “falsità e insinuazioni” mirate a diffamare il presidente. Ha sottolineato che, indipendentemente da quante volte la storia venga raccontata, Trump non ha mai fatto nulla di male e ha allontanato Epstein da Mar-a-Lago perché lo considerava una persona spregevole.