Idf: “Impegno fermo per neutralizzare Hamas entro il 2026”

Marianna Perrone

Dicembre 31, 2025

Il 31 dicembre 2025, il capo di stato maggiore dell’Esercito di Israele, Eyal Zamir, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla posizione del Paese nei confronti di Hamas. In un comunicato stampa, Zamir ha affermato che la determinazione di Israele a disarmare l’organizzazione militante palestinese è “assoluta”. Le sue parole sono state chiare: “L’anno 2026 sarà decisivo per garantire la sicurezza dello Stato di Israele”.

Zamir ha sottolineato l’importanza di non permettere a Hamas di ricostruire le proprie capacità militari, affermando che Israele non tollererà alcuna minaccia alla propria sicurezza. Queste dichiarazioni giungono in un contesto di crescente tensione nella regione, dove i conflitti tra Israele e le fazioni palestinesi continuano a influenzare la stabilità.

La strategia israeliana per il 2026

La strategia delineata da Eyal Zamir per il 2026 si concentra su un approccio militare e preventivo per affrontare la minaccia rappresentata da Hamas. Secondo il capo di stato maggiore, il governo israeliano intende intensificare le operazioni volte a disarmare l’organizzazione, che ha storicamente rappresentato un avversario formidabile. La priorità è quella di garantire che Hamas non possa più attaccare Israele o ricostruire le sue capacità offensive.

Zamir ha messo in evidenza che le azioni intraprese da Israele non sono solo reattive, ma anche proattive. Questo implica un impegno a lungo termine per neutralizzare le fonti di finanziamento e supporto che consentono a Hamas di operare. La cooperazione con alleati regionali e internazionali è vista come un elemento chiave in questa strategia, con l’obiettivo di isolare ulteriormente l’organizzazione militante.

Inoltre, Zamir ha menzionato la necessità di un’adeguata preparazione delle forze armate israeliane per affrontare eventuali escalation nel conflitto. L’addestramento e l’equipaggiamento delle truppe sono stati enfatizzati come aspetti cruciali per garantire una risposta rapida ed efficace a qualsiasi provocazione.

Le reazioni internazionali

Le dichiarazioni del capo di stato maggiore israeliano hanno suscitato diverse reazioni a livello internazionale. Alcuni leader mondiali hanno espresso preoccupazione per l’inasprimento del conflitto e le sue possibili conseguenze per la popolazione civile. Organizzazioni per i diritti umani hanno avvertito che un’azione militare intensificata potrebbe portare a un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.

D’altro canto, alcuni alleati di Israele hanno sostenuto il diritto del Paese a difendersi da minacce esterne. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, con l’auspicio che si possa trovare una soluzione diplomatica al conflitto, che durano ormai da decenni. Tuttavia, le affermazioni di Zamir indicano che, almeno per il momento, Israele sembra orientato verso una risposta militare piuttosto che verso il dialogo.

Le prossime settimane e mesi saranno cruciali per osservare come si evolverà la situazione e quali passi concreti Israele intraprenderà per realizzare gli obiettivi dichiarati dal suo capo di stato maggiore.

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