Un uomo si ferma e sfida gli agenti in moto a Teheran, il video diventa virale

Egidio Luigi

Dicembre 30, 2025

La tensione sociale in Iran sta raggiungendo nuove vette, con manifestazioni che coinvolgono studenti e commercianti in diverse città, tra cui Teheran e Isfahan. A partire dal 3 gennaio 2025, gli universitari hanno preso parte a proteste per esprimere il loro malcontento riguardo al deterioramento della situazione economica nel Paese, unendosi a coloro che da giorni contestano le difficoltà quotidiane causate da un’inflazione galoppante e dalla perdita di potere d’acquisto della moneta locale, il rial, che ha raggiunto livelli critici rispetto al dollaro.

Immagini di protesta e simbolismo

Le immagini di un manifestante seduto in mezzo a una strada di Teheran, sfidando le forze dell’ordine in moto, hanno fatto il giro dei social media, evocando analogie con il celebre “momento Tienanmen“. Nel video, il giovane, con le gambe incrociate e la testa china, si copre infine con la giacca mentre una folla si disperde a causa dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. La scena rappresenta simbolicamente la crescente frustrazione della popolazione.

Mobilitazioni e richieste legittime

Le mobilitazioni hanno coinvolto alcuni dei più prestigiosi istituti di istruzione superiore dell’Iran, come confermato dall’agenzia Ilna, legata al movimento operaio. Non si assisteva a proteste di tale portata dal 2022, anno in cui la morte di Mahsa Jina Amini, una studentessa di ventidue anni arrestata per violazione delle norme sull’hijab, scatenò tumulti in tutto il Paese. Il presidente Massoud Pezeshkian ha invitato il ministro degli Interni a dialogare con i manifestanti, riconoscendo le loro “richieste legittime” e la necessità di affrontare le problematiche economiche.

Crisi economica e inflazione

La crisi economica è al centro delle proteste, con un’inflazione annuale che ha raggiunto il 42,2%. Il rial ha subito un crollo nei confronti del dollaro, con il biglietto statunitense scambiato a circa 1.430.000 rial, segnando un incremento del 20% rispetto al mese precedente. L’aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di prima necessità sta colpendo duramente le famiglie iraniane, aggravato da recenti aumenti del prezzo della benzina. Le cause della crisi sono molteplici: dalle sanzioni internazionali alla cattiva gestione economica, fino all’impatto dei falliti colloqui sul nucleare e alla grave siccità che ha colpito il Paese.

Proteste e instabilità politica

Mentre i commercianti continuano a protestare al Gran Bazar di Teheran, il governatore della banca centrale, Mohammad Reza Farzin, ha presentato le proprie dimissioni in un contesto di crescente instabilità. La situazione diplomatica dell’Iran è altrettanto complessa, con gli alleati storici come Hezbollah e Hamas che appaiono sempre più indeboliti. Gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Trump, hanno avvertito che ogni tentativo di riarmamento o di ripresa del programma nucleare da parte dell’Iran sarà punito severamente.

Dialogo e sfide climatiche

Nonostante le minacce, Pezeshkian ha ribadito che l’Iran risponderà con fermezza a qualsiasi aggressione. Tuttavia, il ministro degli Esteri, Seyed Araghchi, ha cercato di aprire un canale di dialogo con gli Stati Uniti, invitando a un cambiamento positivo nelle relazioni. Recentemente, Pezeshkian ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Putin, sottolineando l’importanza di mantenere relazioni costruttive in un contesto regionale difficile. Nel frattempo, il Paese affronta anche sfide climatiche, con nevicate e inondazioni che hanno causato 9 morti e 15 feriti, aggiungendo ulteriore pressione alla già fragile situazione.

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