Il Diamante Fiorentino, uno dei più grandi diamanti al mondo, è tornato al centro dell’attenzione. Considerato a lungo smarrito, rubato o addirittura distrutto, il prezioso gioiello da 137,27 carati e 127 faccette è in realtà custodito in una cassetta di sicurezza in Canada, come rivelato da Carlo d’Asburgo-Lorena, attuale possessore della pietra. La Regione Toscana, che rivendica la proprietà del diamante, sottolinea che esso rientra tra i beni elencati da Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina, come parte delle gioie “unite allo Stato”, da mantenere in Toscana.
La rivendicazione della Toscana
La Regione Toscana ha avviato un dialogo con Carlo d’Asburgo-Lorena, il quale ha comunicato che il Diamante Fiorentino si trova attualmente in Canada. Il governatore Eugenio Giani ha presentato alla stampa la documentazione che dimostra come la pietra debba tornare in Toscana, non solo per motivi morali, ma anche materiali. Giani ha citato il Patto di Famiglia, evidenziando che il diamante è menzionato nell’allegato del 1740, che integra il testamento del 1737 dell’Elettrice Palatina. La Regione auspica che il diamante possa essere esposto in Toscana, offrendo così ai cittadini l’opportunità di ammirarlo.
L’assessora alla cultura, Cristina Manetti, ha espresso la speranza che il primo contatto con Carlo d’Asburgo-Lorena possa portare a risultati positivi. La Regione intende organizzare un evento espositivo che potrebbe trasformarsi in una mostra permanente, permettendo così ai toscani di godere della bellezza del gioiello. Manetti ha sottolineato l’importanza di riportare il diamante in Toscana, dove ha origini storiche.
Storia e significato del diamante
La storia del Diamante Fiorentino risale all’inizio del Seicento, quando giunse a Firenze come pietra grezza. Dopo il taglio operato dal veneziano Pompeo Studentoli, il diamante divenne un ornamento per le granduchesse Cristina di Lorena e Maria Maddalena d’Austria, apparendo in numerosi ritratti dell’epoca. Dopo la morte di Cosimo III nel 1723, il diamante fu incluso nell’inventario redatto da Anna Maria Luisa de’ Medici, dove veniva descritto come parte delle gioie “unite allo Stato”.
Tuttavia, la situazione cambiò dopo la morte dell’Elettrice Palatina nel 1743, quando il diamante apparve come parte del diadema imperiale di Maria Teresa d’Austria. Da quel momento, la pietra entrò a far parte del tesoro viennese, assumendo il nome di Florentiner. La sua storia si intreccia con le vicende dell’Impero Austro-Ungarico, la cui dissoluzione nel 1919 interruppe la continuità della tracciabilità del gioiello.
Il ritrovamento e il futuro del diamante
Recentemente, è emerso che il Diamante Fiorentino è stato depositato in Canada dal 1940, grazie all’iniziativa dell’imperatrice Zita di Borbone-Parma, vedova dell’ultimo imperatore Carlo I. Prima di questo deposito, nel novembre del 1918, Carlo I aveva trasferito i gioielli di famiglia degli Asburgo dalla Hofburg di Vienna in Svizzera, interrompendo così un lungo periodo di conservazione a Vienna.
La Regione Toscana, attraverso Giani, Manetti e il direttore del Museo de’ Medici, Samuele Lastrucci, ha presentato alla stampa un ritratto inedito di Maria Maddalena d’Austria, in cui la granduchessa indossa il gioiello. Questa opera, realizzata da Orazio Fidani, rappresenta un importante legame tra il passato e il presente del Diamante Fiorentino, simbolo di un patrimonio culturale che la Toscana desidera recuperare e valorizzare.
