Il governo del Venezuela ha lanciato un allerta riguardo le conseguenze del blocco navale imposto dagli Stati Uniti sulle petroliere sanzionate, sia in entrata che in uscita dal Paese. Questo provvedimento, secondo le autorità venezuelane, non solo influenzerà negativamente l’approvvigionamento energetico a Caracas, ma potrebbe anche portare a un’escalation di tensioni a livello globale.
Denuncia del governo
In una comunicazione ufficiale del presidente Nicolás Maduro, letta dal ministro degli Esteri Yván Gil, il governo ha denunciato il “sequestro e il furto di due navi in alto mare”, le quali trasportavano circa quattro milioni di barili di petrolio venezuelano. La lettera, indirizzata alla comunità internazionale, definisce tali azioni come “atti di aggressione” che non solo colpiranno il Venezuela, ma aumenteranno anche l’instabilità nei mercati energetici globali. Nella missiva si afferma chiaramente che “l’energia non può diventare un’arma di guerra o uno strumento di coercizione politica”.
Appello alla comunità internazionale
Maduro ha messo in evidenza che, se l’uso della forza unilaterale, l’esecuzione di civili, la pirateria e il saccheggio delle risorse degli Stati sovrani verranno tollerati, il mondo potrebbe trovarsi a fronteggiare uno scenario di conflitto globale di proporzioni inimmaginabili. Il presidente ha quindi esortato i leader regionali e le organizzazioni internazionali a intraprendere azioni decisive per contrastare questa situazione.
Situazione energetica del Venezuela
In un contesto di crescente tensione geopolitica, il Venezuela si trova a dover affrontare sfide significative nel settore energetico, mentre le sue risorse continuano a essere oggetto di contese internazionali. La reazione del governo venezuelano riflette non solo la preoccupazione per la propria economia, ma anche una visione più ampia delle dinamiche di potere globali, in cui l’energia gioca un ruolo cruciale.