Giani: “Riporteremo il Diamante Fiorentino in Toscana, è di nuovo nostro”

Marianna Perrone

Dicembre 23, 2025

Il Diamante Fiorentino, un gioiello di straordinaria bellezza e importanza storica, è tornato al centro dell’attenzione in Toscana. Con i suoi 137,27 carati e le 127 faccette, questo diamante, uno dei più grandi al mondo, è al centro di una disputa che coinvolge la Regione Toscana e i suoi attuali possessori, i membri della Casa d’Asburgo-Lorena. La questione è emersa con forza nel novembre 2025, quando Carlo d’Asburgo-Lorena ha rivelato che il diamante si trova in una cassetta di sicurezza in Canada, insieme ad altri gioielli di famiglia.

La Regione Toscana sostiene che il diamante debba rimanere nel territorio, in quanto elencato tra i beni “uniti allo Stato” da Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina. Il governatore Eugenio Giani ha sottolineato che il Diamante Fiorentino non appartiene solo moralmente alla Toscana, bensì anche materialmente. La documentazione storica, risalente al 1740, evidenzia che la pietra debba essere esposta nella regione, contribuendo così alla curiosità dei visitatori e ornando lo Stato.

Il dialogo con i possessori attuali

La Regione ha avviato un canale di comunicazione con Carlo d’Asburgo-Lorena, ma il primo incontro non ha portato ai risultati desiderati. L’assessora alla cultura, Cristina Manetti, ha espresso ottimismo, auspicando che il diamante possa essere esposto in Toscana, permettendo così ai cittadini di ammirarne la bellezza. La Regione prevede che la mostra diventi una concessione permanente, trasformando il tesoro in un’attrazione culturale per il pubblico.

Per supportare la richiesta, Giani, Manetti e il direttore del Museo de’ Medici, Samuele Lastrucci, hanno presentato alla stampa un ritratto inedito di Maria Maddalena d’Austria, realizzato da Orazio Fidani. Questo dipinto mostra la granduchessa con il Diamante Fiorentino, sottolineando la storicità e l’importanza del gioiello nella tradizione toscana.

La storia del diamante

Il Diamante Fiorentino giunse a Firenze come pietra grezza all’inizio del Seicento. Dopo il taglio effettuato dal veneziano Pompeo Studentoli, il diamante divenne visibile nei ritratti delle granduchesse Cristina di Lorena e Maria Maddalena d’Austria. Alla morte di Cosimo III nel 1723, il diamante fu incluso nell’inventario voluto da Anna Maria Luisa de’ Medici, ma dopo la sua scomparsa nel 1743, la pietra iniziò a essere associata alla corte austriaca, diventando parte del diadema imperiale di Maria Teresa d’Asburgo.

Dopo la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico nel 1919, la tracciabilità del diamante è diventata complessa. Solo di recente è emerso che l’imperatrice Zita di Borbone-Parma aveva depositato il diamante in Canada nel 1940. Questo trasferimento era avvenuto dopo che l’ultimo imperatore, Carlo I, aveva fatto spostare i gioielli di famiglia dalla camera del tesoro della Hofburg di Vienna in Svizzera nel novembre 1918.

La questione del Diamante Fiorentino continua a suscitare interesse e dibattito, con la Toscana determinata a riappropriarsi di questo simbolo di ricchezza e storia.

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