Oltre cinquecentomila reperti, tra cui monete, medaglie, pesi monetali, tessere e oggetti da conio, arricchiscono la collezione del Medagliere del Museo Nazionale Romano. Questa straordinaria raccolta, che spazia dal V secolo a.C. fino al Regno d’Italia, include anche gemme, oreficerie e altri manufatti in metallo di grande valore. Tra i pezzi più significativi si trova un raro esemplare da tre soldi del re ostrogoto Teodorico.
La riapertura del Medagliere, avvenuta nel 2025 dopo sei anni di lavori di ristrutturazione, segna un momento importante per il Museo Nazionale Romano, considerato uno dei più prestigiosi a livello internazionale nel settore. La struttura, che dal 1996 era situata in una delle aree delle Terme di Diocleziano, ha riacquisito la sua storicità e centralità nella valorizzazione del patrimonio numismatico.
Tipologie di reperti nel medagliere
Nel Medagliere confluiscono due principali categorie di reperti. La prima comprende i materiali numismatici “da scavo”, per lo più rinvenuti nel territorio di Roma e del Lazio. Questi reperti sono stati scoperti durante i lavori di adeguamento urbanistico della nuova capitale del Regno d’Italia e durante la sistemazione dell’alveo del Tevere. La seconda categoria è composta dai materiali “da collezione”, frutto di donazioni e acquisizioni nel corso degli anni.
Tra i reperti di collezione si annoverano quelli provenienti dal Museo Kircheriano, che ospita una vasta raccolta di bronzi romani e numerose medaglie, incluse migliaia di monete recuperate nella celebre stipe di Vicarello, situata sulle sponde del lago di Bracciano, nei pressi di Roma. Questa stipe è nota per aver restituito un’enorme quantità di materiali numismatici, testimoniando la ricchezza storica della zona.
In aggiunta, il Medagliere espone pezzi provenienti da raccolte private, tra cui la collezione di oltre 20.000 monete romane di Francesco Gnecchi, un appassionato collezionista di Milano. L’armadio-medagliere, realizzato in pregiato legno di noce italiano e progettato da Gnecchi stesso, custodisce il pezzo raro da tre solidi del re ostrogoto Teodorico. Un’altra importante sezione dell’esposizione è dedicata alle monete appartenenti alla collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, che comprende circa 120.000 esemplari di zecche italiane risalenti all’epoca medievale e moderna.
Riorganizzazione e nuove esposizioni
Con la recente ristrutturazione, le vetrine all’ingresso della sezione museale dedicata al sistema monetario romano prima dell’introduzione del denario (III secolo a.C.) sono state completamente riallestite. Questa parte dell’esposizione offre uno sguardo approfondito su una fase poco conosciuta della storia monetaria romana, quella che anticipa l’introduzione del denario nel 211 a.C. Durante il III secolo a.C., Roma stava sperimentando un sistema monetale ancora in fase di sviluppo, lontano dall’uniformità che caratterizzerà l’epoca repubblicana avanzata.
Tra i reperti esposti, spicca un decussis, un pezzo da 10 assi, proveniente dalla collezione di Alessandro Gregorio Capponi, acquisito prima del 1738 e successivamente donato al Museo Kircheriano. Questo esemplare è uno dei più pesanti della serie librale ridotta, con un altro esemplare autentico conservato al British Museum.
Materiali rinvenuti a vicarello
Un’altra importante collezione è custodita a Palazzo Massimo, dove si trova il nucleo di materiali scoperti nel deposito votivo delle Aquae Apollinares di Vicarello, rinvenuto nel 1852 sulle rive del lago di Bracciano. Durante gli scavi, il pozzo della sorgente termale era completamente ostruito da una massa di oggetti metallici, tanto da richiedere l’uso di una pompa a vapore per svuotarlo. Le offerte accumulate nel corso dei secoli hanno portato alla scoperta di un quantitativo di materiali senza precedenti.
Accanto a migliaia di monete risalenti dalla media Repubblica fino alla fine dell’Impero romano, sono stati trovati 45 oggetti metallici votivi, tra cui coppe, anforette, utensili e splendidi vasi decorati in oro, argento e bronzo. Questi reperti non solo arricchiscono il patrimonio culturale del museo, ma forniscono anche un’importante testimonianza della vita e delle pratiche religiose dell’epoca.
