Alla chiesa neo-gotica di Prati si può ammirare una rara natività del ‘600

Egidio Luigi

Dicembre 23, 2025

Roma si prepara ad accogliere un evento di grande importanza artistica e spirituale. Fino al 18 gennaio 2025, la Cappella di San Giuseppe della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, situata in Lungotevere Prati 12, ospita la Natività del Presepe Antinori. Questo raro complesso presepiale, risalente alla seconda metà del XVII secolo, è visitabile gratuitamente dal 23 dicembre.

Il presepe antinori e la sua storia

Il Presepe Antinori, come riportato in una nota ufficiale, apparteneva in origine alla nobile famiglia Antinori ed è caratterizzato da figure lignee a tutto tondo, meticolosamente scolpite e dipinte, che mostrano un notevole realismo espressivo. Queste opere d’arte offrono uno spaccato vivace e dinamico della società del Seicento, rappresentando una parte significativa della nostra eredità culturale.

Il significato spirituale del presepe

Don Gianpiero Antonicelli, parroco della chiesa, nota anche per il suo stile neo-gotico, unico a Roma, sottolinea l’importanza di non perdere questa tradizione. “Il presepe è un simbolo spirituale che richiama valori universali come l’amore, l’accoglienza e l’inclusione; non discrimina e non offende nessuno”, afferma il parroco, evidenziando come questa testimonianza di fede, storia e cultura sia fondamentale per il nostro Paese.

La storia del complesso presepiale

Il complesso presepiale è legato a Anton Ludovico Antinori, un noto storico ed epigrafista del XVIII secolo, nonché arcivescovo dell’Aquila. Attraverso passaggi ereditari, il presepe è giunto a Lanciano, dove è stato custodito dalla famiglia Stella Maranca fino alla sua donazione, avvenuta nel 1963, ai Frati Minori del Convento di Sant’Angelo della Pace (Sant’Antonio) della Provincia di San Bonaventura, che sono gli attuali proprietari.

Un’opera unica nella tradizione presepiale

La Natività del Presepe Antinori si distingue nella tradizione presepiale italiana, differente dalla più conosciuta tradizione napoletana, grazie all’uso della scultura lignea vestita e al marcato realismo fisionomico e sociale. Questa opera rappresenta una testimonianza significativa della devozione privata aristocratica e del gusto artistico del Seicento, nonché un prezioso documento della storia culturale e religiosa dell’Italia centrale.

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