Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, ha tranquillizzato i mercati finanziari riguardo alla capacità del Tesoro di affrontare le prossime scadenze del debito estero, che a gennaio 2025 ammontano a 4,3 miliardi di dollari. Durante un’intervista trasmessa domenica notte dall’emittente LN+, Milei ha dichiarato: “Pagheremo, abbiamo già disponibile la maggior parte dei fondi e abbiamo opzioni di finanziamento per 7 miliardi di dollari, per cui siamo tranquilli”.
Le parole di milei e le preoccupazioni del mercato
Con queste parole, il leader ultraliberista intende dissipare le preoccupazioni che persistono nei mercati circa la solvibilità del Tesoro argentino. Tali timori sono alimentati principalmente dal basso livello delle riserve della Banca Centrale, che ha sollevato interrogativi sulla capacità del governo di onorare i propri impegni finanziari.
Politica monetaria e accordo con l’fmi
Nella settimana precedente, il governo di Milei ha annunciato una revisione sostanziale della politica monetaria, volta a incentivare l’accumulo di riserve. Questo cambiamento è parte integrante dell’accordo stipulato ad aprile con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che prevede un nuovo prestito di 20 miliardi di dollari. La manovra si inserisce in un contesto di estrema necessità , dato il delicato stato dell’economia argentina e la pressione esercitata dai creditori internazionali.
Reazione dei mercati e fiducia degli investitori
Le dichiarazioni di Milei sono state accolte con interesse dai mercati, che osservano con attenzione l’evoluzione della situazione economica del paese. La fiducia degli investitori è cruciale per stabilizzare la valuta locale e per garantire il finanziamento delle operazioni statali in un periodo così critico. La strategia del governo mira a ristabilire un clima di fiducia, necessario per attrarre investimenti e migliorare la situazione economica del paese.
Gestione delle riserve e sfide future
In questo contesto, la gestione delle riserve e la capacità di far fronte agli impegni di pagamento saranno monitorate con attenzione nei prossimi mesi. La sfida per il governo argentino rimane quella di bilanciare le necessità immediate con le riforme strutturali necessarie per garantire una stabilità economica a lungo termine.
