La proprietaria di un gatto ha condiviso la sua esperienza di viaggio, affermando: «Ho viaggiato per mesi senza preoccuparmi del mio gatto: è rimasto a casa, accudito da una persona che viveva con lui e che lo trattava come fosse suo». Questa testimonianza è solo una delle tante raccolte su TrustedHousesitters, una piattaforma britannica attiva da oltre dieci anni che connette proprietari di animali e sitter in tutto il mondo. Questo fenomeno sta guadagnando sempre più popolarità, specialmente durante le vacanze estive e natalizie, quando molti si trovano a dover gestire la cura dei propri animali domestici mentre desiderano viaggiare.
Pet sitting: un’opzione vantaggiosa per tutti
Negli anni passati, la soluzione più comune per la custodia degli animali era quella di chiedere aiuto a amici e familiari. Oggi, il web offre un’alternativa più strutturata, facilitando il contatto tra chi possiede un animale e chi cerca un alloggio gratuito in cambio di assistenza e compagnia. Questo modello si basa su un accordo di fiducia reciproca, considerato da molti un chiaro esempio di “win-win”, in cui entrambe le parti traggono vantaggi. I proprietari possono così risparmiare sulle spese di pensione per animali, mentre i sitter hanno l’opportunità di vivere in nuove località come residenti temporanei. Il crescente successo di queste piattaforme si inserisce nel contesto della pet economy, un settore in continua espansione.
Secondo l’analisi condotta da Mordor Intelligence, il valore del mercato globale della pet economy ha raggiunto i 300 miliardi di euro. Tra questi, il settore dei servizi di pet sitting ha visto un incremento significativo, passando a 2,9 miliardi di dollari nel 2025, con previsioni di crescita fino a 5,5 miliardi entro il 2030. Attualmente, la maggior parte delle entrate proviene dalle pensioni tradizionali, che nel 2024 rappresentavano il 34,2% del mercato totale.
Un affetto che supera le aspettative
Anche l’Italia sta contribuendo a questo trend. Il mercato nazionale della pet economy ha superato i 4 miliardi di euro, con il Rapporto Assalco–Zoomark che stima la presenza di 65 milioni di animali domestici nel Paese, un numero superiore alla popolazione totale. Questo “popolo parallelo” è composto da 30 milioni di pesci, 13 milioni di uccelli, 10,2 milioni di gatti e 8,8 milioni di cani. La spesa annuale per la cura degli animali domestici si aggira intorno ai 900 euro, includendo cibo, accessori e visite veterinarie. Questo investimento è non solo economico, ma anche affettivo, poiché molti considerano i loro animali come membri della famiglia. Di conseguenza, i proprietari cercano soluzioni più pratiche e meno costose rispetto alle pensioni, facendo emergere il pet sitting in abbonamento come una valida alternativa.
Le piattaforme di pet sitting si stanno affermando come opzioni economiche rispetto alle tradizionali pensioni per animali, sebbene non siano prive di rischi.
Costi e abbonamenti: un confronto vantaggioso
Una delle piattaforme più rinomate è TrustedHousesitters, originaria del Regno Unito, che vanta oltre 22.000 recensioni su Trustpilot con una valutazione media di 4,4 su 5. Gli abbonamenti annuali oscillano tra 149 e 299 euro, a seconda delle garanzie scelte. Molti utenti sottolineano che il risparmio complessivo è notevole: un’italiana, Miriam, ha raccontato di aver soggiornato in case di altri per un intero anno, risparmiando oltre 12.000 sterline. Tuttavia, ci sono anche delle criticità: alcuni sitter hanno segnalato esperienze con animali aggressivi o con necessità di cure quotidiane, trasformando un soggiorno rilassante in un impegno gravoso.
Esplorazione delle piattaforme più accessibili
Accanto a TrustedHousesitters, esistono altre piattaforme che hanno trovato la loro nicchia. Nomador è molto popolare in Europa e offre un abbonamento annuale a partire da 89 euro, apprezzato per la sua trasparenza e per la funzione “stopover”, che permette ai sitter di fermarsi per una notte extra tra un incarico e l’altro. Gli utenti lodano la piattaforma per la sua facilità d’uso e la qualità delle connessioni create tra persone e animali.
Un’altra opzione è MindMyHouse, che offre un abbonamento annuale di soli 29 dollari per i sitter. Qui, la community è variegata, con alcuni che la descrivono come “magica”, mentre altri segnalano problemi di affidabilità nei profili. Tuttavia, le opportunità sono ampie, con incarichi anche in Italia, come un soggiorno in Abruzzo per prendersi cura di quattro gatti durante le festività. Infine, HouseCarers, attiva dal 2000 e molto diffusa in Australia, Regno Unito e Canada, offre un costo accessibile (a partire da 50 dollari l’anno), ma la sua presenza in altri Paesi è limitata, con pochi incarichi disponibili in Italia.
Attenzione ai dettagli nella scelta
Indipendentemente dalla piattaforma scelta, ci sono alcune precauzioni da seguire. La blogger Miriam avverte che una foto disordinata della casa può essere un campanello d’allarme: «Se una persona non si preoccupa di sistemare la casa prima di scattare una foto per pubblicarla online, è probabile che non lo faccia nemmeno prima del mio arrivo». Anche annunci vaghi come “occuparsi del mio cane” devono essere interpretati con cautela, poiché possono nascondere richieste impegnative, come preparare pasti complessi o gestire terapie.
I proprietari, d’altro canto, hanno lamentato esperienze di appartamenti in disordine e animali non accuditi come concordato. In tali casi, ottenere un risarcimento tramite la piattaforma può risultare difficile. È consigliabile effettuare una videocall prima di confermare l’accordo. Se tutto procede per il meglio, i vantaggi sono evidenti: i proprietari possono mantenere le abitudini quotidiane dei loro animali a un costo ridotto, mentre i sitter possono viaggiare a costi contenuti, a patto di avere spirito di adattamento e responsabilità.
Il legame che si crea tra sitter e animali
Il fenomeno del pet sitting è destinato a crescere. Secondo il Global Pet Parent Study del 2024, il numero di animali domestici nel mondo si aggira intorno al miliardo, con una crescita annua del 3,40%. Parallelamente, cresce il numero di persone disposte a trascorrere lunghi periodi lontano da casa: nomadi digitali, pensionati in buona salute, giovani abituati alla sharing economy e viaggiatori in cerca di esperienze autentiche. Il confronto economico rimane favorevole: una pensione per animali può costare decine di euro al giorno, mentre su piattaforme come Wag! una settimana di visite quotidiane di un sitter a domicilio costa tra 100 e 300 euro.
L’house sitting comporta solo il costo annuale dell’abbonamento. Tuttavia, in questo panorama di opportunità, può sorgere una complicazione inaspettata. Come riconosce TrustedHousesitters, il legame che si forma tra sitter e animale può essere sorprendentemente profondo. Dopo giorni trascorsi insieme, il ritorno dei proprietari può generare un piccolo trauma per chi ha accudito l’animale. La proprietaria del gatto, citata all’inizio, sarà stata felice di ritrovare il suo amico in salute dopo mesi di viaggio, ma chi avrà a cuore il benessere del petsitter che ha dovuto dire addio al suo nuovo amico?
