Le autorità Usa fermano la terza nave al largo del Venezuela in sette giorni

Marianna Perrone

Dicembre 21, 2025

Gli Stati Uniti hanno recentemente effettuato l’intercettazione di una terza imbarcazione al largo delle coste del Venezuela, il 15 gennaio 2025, a poche ore dal sequestro della petroliera Centuries, avvenuto nelle acque del Paese sudamericano. Questo intervento segue un’operazione simile che ha coinvolto la nave Skipper circa una settimana fa. La notizia è stata riportata da Sky News, citando fonti ufficiali americane.

Dopo il primo sequestro, numerose navi che trasportano milioni di barili di petrolio hanno interrotto le loro operazioni nelle acque venezuelane, per timore di subire ulteriori interventi da parte degli Stati Uniti. Tra queste imbarcazioni, alcune sono sospettate di far parte di una cosiddetta “flotta ombra”, un gruppo di navi che adotta strategie di occultamento per trasportare merci per conto di nazioni soggette a sanzioni internazionali, come Russia, Iran e Venezuela.

Le operazioni di sequestro delle navi

Le recenti azioni delle autorità statunitensi evidenziano un aumento della vigilanza nei confronti delle operazioni marittime legate al trasporto di petrolio dalle nazioni sanzionate. Il sequestro della Centuries ha rappresentato un chiaro segnale dell’intensificazione degli sforzi per contrastare le attività illecite nel settore energetico. Gli Stati Uniti, infatti, hanno implementato misure più severe per monitorare e fermare le navi che tentano di eludere le sanzioni internazionali.

Il fermo della Skipper ha avuto luogo il 7 gennaio 2025, e ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori del settore, molti dei quali temono di essere coinvolti in operazioni che potrebbero portare a sanzioni o sequestri simili. La situazione è ulteriormente complicata dalle dynamiche geopolitiche, poiché il Venezuela continua a cercare alleanze con paesi che non aderiscono alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Le conseguenze per il mercato del petrolio

Le recenti intercettazioni hanno avuto un impatto significativo sul mercato del petrolio. Con il blocco di diverse navi, il flusso di petrolio venezuelano, già compromesso dalle sanzioni, potrebbe subire un ulteriore rallentamento. Le aziende che operano nel settore energetico si trovano ora a dover affrontare un contesto di incertezza, con il rischio di non poter accedere a fonti di approvvigionamento cruciali.

In questo scenario, il governo venezuelano sta cercando di diversificare le proprie rotte commerciali e di stringere accordi con paesi che possono garantire un accesso più sicuro alle esportazioni di petrolio. Tuttavia, la presenza costante delle forze statunitensi nel Mar dei Caraibi rende difficile per il Venezuela mantenere una strategia di esportazione sostenibile e redditizia.

L’attenzione degli Stati Uniti verso le navi sospette indica un impegno continuo a garantire il rispetto delle sanzioni, ma solleva interrogativi sulla possibilità di un’escalation delle tensioni nella regione. Gli sviluppi futuri potrebbero influenzare non solo il mercato del petrolio, ma anche le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e le nazioni coinvolte.

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