Il 28 febbraio 1986, l’omicidio del Primo Ministro svedese Olof Palme ha segnato un capitolo doloroso nella storia della Svezia, un evento che continua a suscitare interrogativi e a rappresentare un trauma collettivo per molti cittadini. Dopo anni di indagini, nel 2020, il caso è stato chiuso con l’accusa di omicidio rivolta a Stig Engstrom, indicato come l’autore dell’omicidio, agendo da solo. Tuttavia, un recente riesame delle prove ha portato alla luce l’insufficienza delle stesse, riaccendendo il dibattito attorno a questo mistero.
La voce di Jon Jordas
Un’importante voce in merito è quella di Jon Jordas, un giornalista di Stoccolma che ha dedicato tempo e risorse alla ricerca di verità riguardo a questo caso emblematico. In un’intervista rilasciata all’agenzia ANSA, Jordas ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del capo procuratore di riabilitare la figura di Engstrom, sottolineando che l’accusa nei suoi confronti era infondata. “È un sollievo sapere che Engstrom ha finalmente ricevuto giustizia”, ha affermato il giornalista, il quale ha avuto accesso a un vasto materiale investigativo reso pubblico a seguito dell’abolizione del segreto istruttorio.
Il lavoro di Jordas e le indagini
Il lavoro di Jordas ha rivelato una mole impressionante di documenti, stimati in milioni, che testimoniano la complessità e la vastità delle indagini svolte nel corso degli anni. Nonostante la disponibilità di queste informazioni, Jordas ha espresso delusione per la decisione degli inquirenti di non riaprire il caso, lasciando così irrisolti molti aspetti del delitto che ha scosso la nazione. La questione rimane aperta e il dibattito continua, con molti svedesi che si chiedono se la verità sull’omicidio di Olof Palme verrà mai completamente rivelata.
