‘Ragazza di 17 anni legata e aggredita dai genitori per il suo stile di vita’

Marianna Perrone

Dicembre 19, 2025

La drammatica vicenda di una giovane ragazza di 17 anni, avvenuta a Terracina, in provincia di Latina, ha recentemente attirato l’attenzione delle autorità. La giovane, di origine tunisina e nata in Italia, ha subito maltrattamenti gravissimi da parte della madre, costretta a vivere in un ambiente oppressivo e violento. I maltrattamenti, che comprendevano l’immobilizzazione con legature ai polsi e alle caviglie, venivano perpetrati davanti ai suoi due fratellini, uno di 15 anni e l’altro di appena 6, costretti ad assistere a scene strazianti. La motivazione di tali atti di violenza risiedeva nel tentativo della madre di educare la figlia a conformarsi alle tradizioni familiari, giudicate troppo lontane dalla cultura occidentale.

Arresto della madre e dettagli del processo

La madre della ragazza, di 55 anni, è stata arrestata nelle scorse ore dopo un lungo periodo di irreperibilità. Le forze dell’ordine l’hanno rintracciata e ora si trova nel carcere romano di Rebibbia, dove dovrà scontare una pena di quattro anni e sei mesi. L’accusa di “sequestro di persona commesso ai danni di un discendente” è aggravata dalla giovane età della vittima e dal coinvolgimento di altri minori nel reato, come ha specificato la polizia di Terracina. L’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni è un’ulteriore conseguenza delle sue azioni.

Scoperta dei maltrattamenti e intervento delle forze dell’ordine

La storia della ragazza è emersa grazie a una telefonata che ha allertato le forze dell’ordine per un presunto furto in una casa disabitata. Gli agenti della squadra Volante, giunti sul posto, hanno trovato la giovane in condizioni fisiche precarie, fuggita per sfuggire alle violenze inflitte dalla madre. La ragazza è stata immediatamente trasferita in un ambiente protetto, dove ha ricevuto assistenza psicologica e misure di tutela adeguate. Questo supporto le ha permesso di raccontare la sua terribile esperienza.

Durante le indagini, è stata trovata una cicatrice evidente sul collo della minorenne, compatibile con una ferita da arma da taglio, inferta dalla madre pochi giorni prima della fuga. Le perquisizioni effettuate nella casa della madre hanno portato al ritrovamento di strumenti utilizzati per infliggere le violenze, confermando le testimonianze della giovane.

Messaggi compromettenti e il futuro della ragazza

Analizzando il telefono cellulare sequestrato alla madre, gli investigatori hanno scoperto messaggi compromettenti scambiati con familiari residenti all’estero. In questi messaggi, la donna faceva riferimento alle modalità con cui stava “rieducando” la figlia, rivelando ulteriormente la gravità della situazione.

Ora, grazie all’intervento delle forze dell’ordine e all’assistenza ricevuta, la ragazza ha l’opportunità di intraprendere un nuovo percorso di vita, lontano dalla violenza e dalla sofferenza che ha dovuto subire. La sua storia mette in luce la necessità di proteggere i minori da situazioni di abuso e di garantire loro un futuro migliore.

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