Dopo più di sedici anni dalla devastante notte del 6 aprile 2009, quando un violento terremoto colpì L’Aquila, il MUNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo, ha finalmente fatto ritorno nella sua storica sede al Castello cinquecentesco della città . La riapertura, prevista per il 20 dicembre 2025, segna un’importante tappa nella ricostruzione culturale e sociale della regione, con un allestimento innovativo che integra tecnologie moderne per migliorare l’esperienza di visita e garantire l’accessibilità a tutti.
Il significato del ritorno al castello
Il direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna, ha sottolineato l’importanza simbolica di questo evento. La restituzione del museo alla sua sede storica non rappresenta solo un atto di recupero, ma un segno tangibile di un processo di ricostruzione che ha messo al centro il patrimonio culturale come bene comune. Osanna ha evidenziato come il nuovo allestimento sia frutto di un lungo e complesso lavoro che ha coinvolto ricerca, restauro e progettazione museografica. Questo impegno ha permesso di ripristinare un legame profondo tra il museo e il pubblico, un rapporto che era stato compromesso dagli eventi tragici del 2009.
Un museo per la comunitÃ
Federica Zalabra, direttrice del MUNDA, ha aggiunto che l’inaugurazione del nuovo spazio non segna solo un cambiamento fisico, ma rappresenta anche un ritorno di un luogo di memoria collettiva per la città e un’importante risorsa per la regione. Il Castello, ora ristrutturato, si presenta come un museo contemporaneo, attivo e in dialogo con la comunità locale e la ricerca internazionale. Questo approccio mira a rendere il museo un punto di riferimento per la cultura e la storia abruzzese.
Un percorso espositivo ricco di storia
Nel giugno 2025, gli spazi del piano terra e del primo piano del quarto sud-est del Castello sono stati consegnati al museo, accogliendo un totale di 98 opere. Il nuovo percorso espositivo offre ai visitatori un’esperienza immersiva, raccontando la storia del Castello dalla sua fondazione cinquecentesca fino ai giorni nostri. Tra le novità , si trovano ambienti con pavimentazioni in vetro che riproducono le piante storiche della città e una sezione dedicata al periodo che va dal Medioevo al Cinquecento, cuore delle collezioni permanenti.
Progetti futuri per il museo
Le collezioni rimanenti, che includono la sezione archeologica e opere dal Seicento all’arte contemporanea, verranno esposte progressivamente secondo un piano museale già definito. Entro la fine del 2027, è previsto il completamento dell’allestimento del secondo piano, restituendo al museo l’intero blocco storico. I visitatori avranno anche l’opportunità di ammirare reperti archeologici di grande rilevanza, come il Calendario di Amiternum, un’importante lastra risalente al I secolo d.C., e l’Erma di Ercole, che un tempo si trovava all’ingresso del Teatro.
