Sanzioni statunitensi colpiscono 29 navi della flotta ombra legata al petrolio iraniano

Marianna Perrone

Dicembre 18, 2025

Un uomo d’affari egiziano è finito nel mirino delle autorità statunitensi, insieme a una rete di società operanti in vari paesi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, l’India e Panama. Le nuove sanzioni, annunciate dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, mirano a “interrompere il flusso di entrate del regime iraniano utilizzate per finanziare attività terroristiche e altre operazioni illecite“.

Dettagli delle sanzioni imposte

Il 18 dicembre 2025, il Dipartimento del Tesoro ha reso noto che sono state imposte sanzioni a un totale di 29 navi appartenenti a quella che viene definita la “flotta ombra”. Queste imbarcazioni sono accusate di essere coinvolte in operazioni clandestine di consegna di petrolio e prodotti petroliferi iraniani, per un valore complessivo che si aggira attorno a centinaia di milioni di dollari. Le sanzioni si inseriscono in un contesto più ampio di misure adottate dagli Stati Uniti per contrastare il sostegno del governo iraniano a gruppi terroristici e attività illegali.

Il Dipartimento di Stato ha specificato che tra le entità sanzionate si trova una rete di aziende e navi gestite da Hatem Elsaid Farid Ibrahim Sakr, un noto uomo d’affari egiziano. Le operazioni di Sakr non si limitano solo all’Egitto, ma si estendono anche a diverse nazioni, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, l’India, le Isole Marshall e Panama. Questa rete di aziende è accusata di facilitare il commercio illegale di petrolio, contribuendo in modo significativo alle finanze del regime di Teheran.

Implicazioni geopolitiche e reazioni

L’azione degli Stati Uniti ha suscitato reazioni diverse a livello internazionale. Le sanzioni rappresentano un tentativo di esercitare pressione sul regime iraniano, che è stato accusato di sostenere gruppi terroristici e di impegnarsi in attività destabilizzanti in Medio Oriente. Le autorità statunitensi hanno dichiarato che continueranno a utilizzare ogni strumento a loro disposizione per combattere il finanziamento del terrorismo e garantire la sicurezza regionale.

In risposta a queste sanzioni, è probabile che le aziende coinvolte e i paesi che ospitano tali operazioni reagiscano con misure legali o diplomatiche. Gli Emirati Arabi Uniti, in particolare, hanno una posizione strategica nella regione e potrebbero essere influenzati dalle conseguenze di queste sanzioni. La situazione potrebbe anche portare a un aumento delle tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran, già alle prese con una lunga storia di conflitti e antagonismi.

Le sanzioni non solo mirano a colpire gli individui e le aziende direttamente coinvolti, ma anche a inviare un messaggio chiaro a chiunque possa essere tentato di collaborare con il regime iraniano. L’attenzione rimane alta su come queste misure influenzeranno le dinamiche economiche e politiche nella regione e oltre.

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