Giovedì 18 dicembre 2025, gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di sanzioni a due giudici della Corte penale internazionale (CPI) per la loro decisione di procedere contro Israele. La notizia è stata comunicata dal segretario di Stato Marco Rubio, il quale ha chiarito che i giudici coinvolti provengono dalla Mongolia e dalla Georgia. Questi ultimi avevano votato a favore di un ricorso presentato da Israele, rifiutando di accettare la richiesta di annullamento da parte dello Stato ebraico, espressa all’inizio di questa settimana.
Le sanzioni imposte
Le sanzioni statunitensi includono misure economiche e restrizioni sui viaggi per i due magistrati, che sono stati accusati di aver agito in modo contrario agli interessi di Israele. Questa mossa rappresenta un ulteriore passo nella crescente tensione tra Washington e la CPI, un’istituzione che gli Stati Uniti non riconoscono ufficialmente. Rubio ha sottolineato che la decisione di sanzionare i giudici è stata presa per proteggere gli alleati americani e garantire che la giustizia non venga strumentalizzata contro di loro.
Il ruolo della Corte penale internazionale
La Corte penale internazionale, con sede all’Aia, è stata istituita nel 2002 con l’obiettivo di perseguire crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità . Tuttavia, Israele non è parte del trattato che istituisce la CPI e ha sempre contestato la giurisdizione della Corte su questioni che riguardano il conflitto israelo-palestinese. Le recenti decisioni della CPI, che hanno incluso indagini su presunti crimini di guerra commessi da Israele, hanno suscitato forti reazioni da parte del governo israeliano e dei suoi sostenitori.
Le relazioni tra Stati Uniti e CPI
Le relazioni tra gli Stati Uniti e la Corte penale internazionale sono state storicamente tese. Washington ha sempre espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che la CPI possa perseguire cittadini americani per presunti crimini di guerra, in particolare in contesti di conflitti armati in cui gli Stati Uniti sono coinvolti. Di conseguenza, le autorità americane hanno adottato una posizione di forte opposizione nei confronti della CPI, sostenendo che la giustizia internazionale non dovrebbe interferire con le operazioni militari degli Stati Uniti.
Le tensioni geopolitiche e le sanzioni
Le sanzioni annunciate oggi da Rubio evidenziano come la questione della giurisdizione della CPI continui a essere un tema divisivo. Mentre molti paesi europei sostengono l’importanza della Corte e delle sue funzioni, gli Stati Uniti rimangono scettici, considerandola un potenziale strumento di attacco contro i propri alleati.
La decisione di sanzionare i giudici della CPI si inserisce in un contesto più ampio di tensioni geopolitiche, in cui le alleanze internazionali e le questioni di giustizia globale si intrecciano con interessi nazionali. Le reazioni a questa mossa saranno seguite con attenzione da osservatori e analisti internazionali, in quanto potrebbero influenzare le future interazioni tra Stati Uniti, Israele e la Corte penale internazionale.
