Il fenomeno della mafia turca riemerge con forza a Viterbo, precisamente a Cura di Vetralla, un comune situato a breve distanza dal capoluogo. Il 16 dicembre 2025, gli agenti della squadra mobile hanno arrestato due cittadini turchi, identificati come membri della banda guidata da Baris Boyun, il boss della mafia turca arrestato il 22 maggio 2024 a Bagnaia, una frazione di Viterbo.
Dettagli degli arresti e le accuse
Le manette sono scattate per i due turchi con l’accusa di aver svolto funzioni logistiche e di ospitalità per i membri della banda. In particolare, sono accusati di aver fornito supporto e facilitato gli spostamenti dei criminali. Gli arresti sono stati effettuati nell’ambito di un’operazione più ampia, che ha visto l’emissione di quattro ordini di custodia cautelare da parte della Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Milano. Circa cinquanta agenti sono stati mobilitati per eseguire perquisizioni in diverse località del territorio nazionale.
Due dei fermi sono stati eseguiti in Toscana, mentre uno è stato notificato direttamente in carcere al boss turco, arrestato a Viterbo nel settembre 2025 mentre si nascondeva in un bed and breakfast situato nel centro storico. Gli ultimi due arresti, avvenuti a Cura di Vetralla, confermano ulteriormente il ruolo di questo comune come uno dei principali centri logistici della malavita turca.
Il contesto dell’operazione e le scoperte precedenti
Il giorno dell’arresto di Baris Boyun, le forze dell’ordine avevano già rinvenuto altri membri della banda a Cura. Tra questi, si trovava anche il braccio destro del boss, il quale coordinava le operazioni illecite. Intercettazioni telefoniche hanno rivelato che l’uomo parlava di mitra Uzi nascosti nella sua abitazione nelle campagne di Cura, segno tangibile dell’organizzazione criminale attiva nella zona.
La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di due turchi arrestati il 3 settembre 2025 a Viterbo, mentre si trovavano in un bed and breakfast in via Santa Rosa, in possesso di armi automatiche. Questo episodio ha suscitato preoccupazione nel capoluogo della Tuscia, coincidendo con il giorno del tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa, un evento di grande rilevanza per la comunità locale.
Le indagini continuano per chiarire il ruolo specifico di questi individui e per comprendere meglio l’organizzazione della mafia turca attiva nella regione. Gli sviluppi futuri potrebbero rivelare ulteriori dettagli su una rete criminale che sembra aver trovato un terreno fertile in Italia.
