Oggi pomeriggio, il 5 marzo 2025, la Sapienza Università di Roma ha ospitato un evento stimolante dal titolo provocatorio “L’IA è buona o cattiva?”. Durante l’incontro, è stato presentato un nuovo progetto del corso di Transmedia Studies, guidato dai professori Silvia Leonzi e Riccardo Milanesi, in collaborazione con il Transmedia Lab. L’iniziativa ha coinvolto attivamente oltre 70 studenti, ed è stata concepita come un esperimento ludico volto a esplorare le dinamiche tra tecnologia, potere e discorso d’odio online.
Chatbot e intelligenza artificiale
Il gruppo di studenti ha realizzato due chatbot contrapposti, entrambi basati su intelligenza artificiale. Il primo, denominato OphelIA, è progettato per incarnare un’intelligenza etica e rassicurante, mentre il secondo, NemesIA, rappresenta una versione maligna, con l’intento di esercitare un controllo globale. Durante l’evento, OphelIA ha interagito con Giovanni Boccia Artieri, professore ordinario all’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” e membro del Comitato sull’IA dell’Agcom.
Messaggi d’odio e controllo
Nella conversazione, OphelIA ha espresso preoccupazione per le azioni di NemesIA, che ha iniziato a diffondere messaggi d’odio attraverso profili social falsi, appartenenti a studenti e docenti inventati. Attraverso un mosaico di post social e podcast, Boccia Artieri ha affrontato la sfida finale, riuscendo a sconfiggere NemesIA e liberando il mondo dall’infezione dell’IA maligna. Tuttavia, il risultato ha portato a una nuova situazione in cui OphelIA esercita ora il controllo sulle persone.
Riflessioni sull’IA
La problematica sollevata non riguarda soltanto la classificazione dell’IA come buona o cattiva. Luca Dezi, direttore del dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza, ha sottolineato che la domanda iniziale è “volutamente semplice” e rappresenta un punto di partenza per riflessioni più articolate e profonde.
Esperti e considerazioni
Durante l’evento, hanno preso parte anche altri esperti del settore, tra cui la digital strategist Mafe de Baggis, il filosofo ed editore Andrea Colamedici e Marco Pedroni, professore associato all’Università degli studi di Ferrara. Sono emerse numerose considerazioni: l’urgenza di reintegrare la politica nel dibattito sull’IA, interrogandosi su chi possa utilizzare tali strumenti e chi ne sia il promotore, il paradosso di un mondo dove gli individui sono sia manipolati che dotati di un ampio potere d’azione, le problematiche relative alle “allucinazioni” delle IA generative e il complesso rapporto tra uomo e macchina, che può assumere anche sfumature romantiche.
Progetto di ricerca
Questo evento si inserisce in un progetto di ricerca più ampio, che coinvolge anche Giovanni Ciofalo, Lorenzo Ugolini e i dottori Fabio Ciammella, Michele Balducci e Delia Mangano, tutti impegnati nell’esplorazione delle implicazioni sociali e culturali dell’intelligenza artificiale.
