Oltre il 56% dei giovani italiani di età compresa tra i 10 e i 25 anni utilizza canali illeciti per accedere a contenuti audiovisivi. Questo dato emerge da un’indagine realizzata da Fapav in collaborazione con Ipsos Doxa, i cui risultati sono stati presentati il 15 gennaio 2025 a Roma, presso la sede dell’associazione Civita.
Il fenomeno della pirateria tra i giovani
L’analisi condotta da Fapav ha rivelato che molti ragazzi non percepiscono la pirateria come un reato grave, ma piuttosto come un atto giustificato da un sistema che considerano distante dalle loro aspettative. La ricerca evidenzia come i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni siano più inclini a giustificare comportamenti illeciti rispetto ai preadolescenti, i quali tendono a emulare i comportamenti dei loro coetanei senza una visione critica. Questo comportamento è alimentato dalla convinzione che la pirateria sia un fenomeno diffuso e privo di vittime visibili.
Percezione dei rischi associati alla pirateria
La percezione dei rischi legati alla pirateria varia notevolmente in base all’età. Tra i ragazzi di 10-14 anni, il 40% ritiene probabile l’insorgenza di virus e malware, mentre tra quelli di 15-25 anni la percentuale sale al 44%. Tuttavia, i più giovani mostrano una maggiore preoccupazione per truffe e furti di dati, con il 35% che esprime timori in tal senso, rispetto al 28-29% dei più grandi. Nonostante il 62% dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni affermi di aver subito attacchi informatici durante l’accesso a contenuti illeciti, ciò non ha portato a una maggiore cautela. Al contrario, molti di loro hanno sviluppato strategie per ridurre i rischi, come l’uso di dispositivi specifici, che li fa sentire più sicuri.
Educazione e comunicazione sui rischi della pirateria
Solo il 33% dei ragazzi di 10-14 anni e il 38% di quelli tra i 15 e i 25 anni hanno ricevuto informazioni sui rischi della pirateria, principalmente da scuole o famiglie. Il rapporto sottolinea un aspetto interessante: i giovani che praticano la pirateria si dichiarano più informati sui rischi rispetto a quelli che non lo fanno. Per cambiare le percezioni e i comportamenti di questi ragazzi, non basta fornire informazioni generali sui rischi legati alla pirateria. È necessario promuovere una narrazione collettiva e massmediatica che sensibilizzi su questo fenomeno, coinvolgendo in modo attivo scuole e famiglie.
Normative e iniziative per contrastare la pirateria
Federico Bagnoli Rossi, presidente di Fapav, ha evidenziato come la nuova normativa italiana, tra le più avanzate in Europa, insieme alla procedura innovativa di Agcom per il blocco dei contenuti illeciti in 30 minuti, rappresenti un passo significativo nel contrasto alla pirateria. Tuttavia, egli sottolinea che è necessaria una maggiore comunicazione e campagne di sensibilizzazione per educare i giovani alla legalità. Larissa Knapp, vicepresidente esecutiva della Motion Picture Association, ha aggiunto che le attività educative sono fondamentali per promuovere abitudini digitali responsabili e rispetto per la creatività.
Il valore dell’audiovisivo e l’importanza della protezione
Alessandro Usai, presidente di Anica, ha ricordato che il prodotto audiovisivo è uno dei più costosi nel settore culturale. Il ritorno sugli investimenti avviene nel tempo e la protezione dei contenuti deve essere garantita a lungo termine. Secondo Usai, l’educazione e il coinvolgimento della scuola sono essenziali, ma è altrettanto cruciale prevenire la possibilità stessa di atti illeciti.
