Ucraina, congelamento degli asset russi nell’Ue: significato e rilevanza

Marianna Perrone

Dicembre 14, 2025

La recente discussione all’interno dell’Unione Europea riguardo alla gestione degli asset russi ha messo in evidenza una posizione controversa. Il 15 gennaio 2025, un incontro tra i rappresentanti dei 27 Stati membri ha portato a una votazione che ha visto 25 Paesi esprimere il proprio consenso a favore di misure restrittive, mentre due, l’Ungheria e la Slovenia, si sono opposti. Nonostante il sostegno prevalente, alcuni Stati membri hanno manifestato dubbi significativi.

Le preoccupazioni di Belgio, Bulgaria, Italia e Malta

In una nota congiunta, Belgio, Bulgaria, Italia e Malta hanno sollevato interrogativi sulla direzione intrapresa dalla Commissione Europea e dal Consiglio. Questi Paesi hanno esortato le istituzioni europee a considerare ulteriori opzioni che rispettino il diritto dell’Unione e quello internazionale. Hanno proposto di esplorare soluzioni più sostenibili e con rischi inferiori, come un meccanismo di prestito dell’Unione o misure temporanee, per garantire il supporto finanziario all’Ucraina. Questa posizione mira a garantire la continuità del sostegno prima che qualsiasi misura definitiva venga implementata.

La dichiarazione congiunta ha evidenziato che il divieto di trasferimento degli asset russi potrebbe avere ripercussioni legali e finanziarie che superano il caso attuale. I quattro Stati hanno sottolineato l’importanza di una discussione approfondita in sede di Consiglio europeo prima di giungere a una decisione definitiva, in linea con le conclusioni già adottate riguardo all’Ucraina.

Il contesto geopolitico e le implicazioni

La situazione attuale è il risultato di un contesto geopolitico complesso, in cui le tensioni tra l’Unione Europea e la Russia continuano a influenzare le decisioni politiche. Gli asset russi rappresentano una questione cruciale, non solo per le implicazioni economiche, ma anche per gli effetti che tali decisioni possono avere sulla stabilità regionale e sulla sicurezza dell’Ucraina. La posizione scettica di alcuni Stati membri riflette una preoccupazione più ampia riguardo alle conseguenze a lungo termine delle misure proposte.

Il dibattito su come gestire gli asset russi e il supporto all’Ucraina è destinato a proseguire, con diversi Paesi che cercano di equilibrare la necessità di una risposta forte contro la Russia e la volontà di evitare misure che possano generare complicazioni legali o finanziarie. La questione richiede un’attenta considerazione e un dialogo continuo tra gli Stati membri per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti i coinvolti.

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