Usa propongono l’invio di una forza multinazionale di 10 mila uomini a Gaza

Egidio Luigi

Dicembre 13, 2025

Washington, 13 dicembre 2025 – L’amministrazione Trump è attivamente impegnata nella creazione di una forza multinazionale di circa 10.000 soldati, che sarà guidata da un generale statunitense, con l’obiettivo di stabilizzare la situazione a Gaza nel periodo post-conflitto. Tuttavia, i funzionari riconoscono che sarà necessario gran parte del 2026 per organizzare e implementare questa operazione. La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal, che evidenzia come finora nessun Paese straniero abbia accettato di inviare truppe, in parte a causa delle preoccupazioni riguardanti l’estensione della missione, che potrebbe includere il disarmo dei militanti di Hamas, ancora attivi in diverse aree dell’enclave devastata.

Il piano di stabilizzazione per Gaza

Il progetto di stabilizzazione per Gaza prevede l’invio di una forza multinazionale, con il supporto logistico e strategico degli Stati Uniti. Secondo le informazioni trapelate, l’amministrazione sta cercando di coinvolgere diversi Paesi, ma le trattative sono complesse e le riserve espresse da vari governi rendono il compito arduo. Gli esperti di sicurezza internazionale avvertono che l’operazione potrebbe rivelarsi più complicata del previsto, soprattutto se si considera la necessità di affrontare la presenza di Hamas e di altri gruppi militanti nella regione.

Il Wall Street Journal sottolinea che la stabilizzazione di Gaza è vista come un passo fondamentale per la sicurezza regionale, ma i timori di un possibile allargamento della missione militare hanno frenato le adesioni. La questione del disarmo di Hamas è particolarmente delicata, poiché implica non solo un intervento militare, ma anche un complesso processo politico e diplomatico. Le autorità statunitensi stanno quindi cercando di rassicurare i partner internazionali riguardo all’obiettivo limitato della missione, evitando che si trasformi in un conflitto prolungato.

Le sfide del disarmo di Hamas

Il disarmo di Hamas rappresenta una delle sfide più significative per la comunità internazionale. Nonostante l’intenzione di stabilizzare Gaza, molti Paesi sono riluttanti a impegnarsi militarmente in un’operazione che potrebbe degenerare in un conflitto aperto. I funzionari statunitensi riconoscono che il disarmo dei militanti non può avvenire senza un adeguato supporto politico e sociale, e che la missione deve essere accompagnata da iniziative per la ricostruzione e la riconciliazione tra le diverse fazioni palestinesi.

In questo contesto, l’amministrazione Trump sta valutando le opzioni per garantire un sostegno internazionale più ampio. Tuttavia, la mancanza di impegni concreti da parte di altri Paesi rende la situazione incerta. Le preoccupazioni riguardo alle possibili conseguenze di un intervento militare su larga scala sono al centro delle discussioni tra i leader mondiali. La questione di Gaza, già complessa, si complica ulteriormente con l’aggravarsi delle tensioni regionali.

Prospettive future

Mentre gli sforzi per formare una forza multinazionale continuano, il tempo stringe. Gli esperti avvertono che la stabilizzazione di Gaza richiederà non solo una presenza militare, ma anche un impegno a lungo termine per affrontare le cause profonde del conflitto. La cooperazione internazionale sarà fondamentale, ma le attuali riserve e le incertezze politiche potrebbero ostacolare i progressi.

La situazione rimane fluida e le prossime settimane saranno cruciali per determinare se e come verrà attuata questa missione. L’attenzione della comunità internazionale è ora rivolta a Washington, dove i funzionari stanno cercando di costruire un consenso e di garantire un sostegno per un’operazione che potrebbe avere un impatto duraturo sulla stabilità della regione.

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