Bielorussia: la liberazione dell’attivista Maria Kalesnikava dopo il Premio Nobel

Marianna Perrone

Dicembre 13, 2025

Il 15 gennaio 2025, il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, ha annunciato la grazia per 123 individui provenienti da diverse nazioni, precedentemente condannati per reati di spionaggio, terrorismo e attività estremiste. Tra i beneficiari della grazia figurano nomi di spicco come il Premio Nobel per la Pace, Ales Bialiatski, e Maria Kalesnikava, una figura centrale nelle manifestazioni contro il regime di Lukashenko nel 2020. Questa decisione è stata presa in seguito a negoziati con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e si inserisce in un contesto più ampio di ricerca di stabilità in Europa.

Dettagli della grazia e dei beneficiari

La grazia concessa da Lukashenko non si limita ai nomi già citati. Infatti, il presidente bielorusso ha esteso il suo atto di clemenza a un totale di 156 persone. I cittadini graziati includono non solo bielorussi, ma anche individui di nazionalità britannica, statunitense, giapponese, australiana, ucraina, lettone e lituana. La scelta di graziarli è stata motivata dalla volontà di favorire un clima di dialogo e distensione, in particolare in un momento in cui le relazioni tra Bielorussia e Occidente sono tese.

La grazia di Bialiatski, noto attivista per i diritti umani, e di Kalesnikava, che ha svolto un ruolo cruciale come leader dell’opposizione, rappresenta un gesto significativo da parte di Lukashenko. Entrambi erano stati arrestati nel contesto delle manifestazioni contro il governo, che avevano visto un’ampia partecipazione popolare e una forte repressione da parte delle autorità. La decisione di liberare questi leader potrebbe essere interpretata come un tentativo di migliorare l’immagine del governo bielorusso a livello internazionale, oltre a rappresentare un passo verso una possibile riapertura dei canali di comunicazione con l’Occidente.

Il ruolo degli Stati Uniti e le sanzioni

Un elemento chiave in questa operazione di grazia è il coinvolgimento degli Stati Uniti. Secondo quanto riportato, la liberazione dei detenuti è stata parte di un accordo più ampio, in cui gli Stati Uniti si sono impegnati a revocare le sanzioni imposte sulla potassa bielorussa. Queste sanzioni erano state attuate in risposta a violazioni dei diritti umani e repressione politica in Bielorussia, e la loro revoca rappresenta un cambiamento significativo nella politica americana verso il regime di Lukashenko.

L’accordo suggerisce che gli Stati Uniti stiano cercando di stabilire un dialogo costruttivo con la Bielorussia, nonostante le tensioni persistenti. La potassa è un’importante risorsa economica per il paese e la revoca delle sanzioni potrebbe avere un impatto positivo sull’economia bielorussa, contribuendo a migliorare le condizioni di vita della popolazione. Tuttavia, resta da vedere se questa mossa porterà a un reale cambiamento nel comportamento del governo bielorusso nei confronti dei diritti umani e della democrazia.

La grazia di Lukashenko rappresenta quindi un momento cruciale, non solo per i diretti interessati, ma anche per le relazioni internazionali della Bielorussia e per il futuro della stabilità in Europa.

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