La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha deciso di mettere all’asta i doni di rappresentanza ricevuti durante il suo mandato. Questa iniziativa, che si svolgerà nel 2025, ha come obiettivo quello di destinare il ricavato a associazioni e organismi senza scopo di lucro. Tra i doni in questione, si trovano una parure di gioielli proveniente dalla Libia, un paio di scarpe in pitone blu con tacco in oro e un tablet ricevuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Negli ultimi tre anni, Meloni ha ricevuto centinaia di omaggi durante le sue visite ufficiali, sia in Italia che all’estero, con un totale di 270 doni, come evidenziato il 3 maggio nell’elenco depositato alla Camera dei Deputati in seguito a un’interrogazione del deputato di Italia Viva, Francesco Bonifazi.
Regolamentazione e gestione dei doni
Secondo le normative vigenti, i doni con un valore superiore ai 300 euro non possono essere trattenuti e i più preziosi sono custoditi in un caveau. Alla fine di ottobre 2025, il segretario generale di Palazzo Chigi ha autorizzato la vendita di questi beni. Recentemente, una delibera ha conferito alla Bertolami Fine Art il compito di gestire l’asta dei doni di rappresentanza ricevuti dalla Presidenza del Consiglio. La casa d’aste romana ha vinto l’appalto di 40.000 euro, offrendo un corrispettivo del 5% sui proventi della vendita.
Il catalogo dei doni che andranno all’asta è attualmente in fase di elaborazione. Fonti vicine all’organizzazione riferiscono che potrebbero essere inclusi anche maglie di squadre sportive, costumi tradizionali da diverse parti del mondo, un copricapo donato da un capo di una riserva indiana canadese, bottiglie di vino con etichetta del governo albanese, un omaggio del premier Edi Rama, e una sedia di design realizzata da una comunità di ragazzi con sindrome di Down di Ascoli Piceno. Questa sedia, che rivisita vecchi mobili, è stata donata a Meloni in occasione del Vinitaly. Non si esclude che in futuro possano essere messi all’asta anche i doni ricevuti dai predecessori di Meloni.
Dettagli sull’asta e aspettative
La data specifica per l’asta non è stata ancora fissata, ma si prevede che si svolgerà in una sede istituzionale con possibilità di partecipazione sia in presenza che online tramite portali di aste internazionali. Per questa iniziativa benefica, Bertolami Fine Art ha ridotto al minimo la propria commissione al 5%, mentre altri soggetti coinvolti, come la tipografia per la produzione del catalogo, hanno manifestato l’intenzione di devolvere il proprio compenso.
Molti degli oggetti in vendita potrebbero non avere un alto valore economico intrinseco, ma potrebbero acquisire un’importanza maggiore come memorabilia storici o sportivi. Si spera che questo possa stimolare le offerte. Un precedente significativo è rappresentato da un volantino delle Brigate Rosse relativo al rapimento di Aldo Moro, battuto da Bertolami Fine Art quasi quattro anni fa. Nonostante non fosse l’originale, il lotto suscitò un notevole interesse e fu aggiudicato per 32.760 euro, partendo da un’offerta base di 600 euro. L’asta di questo cimelio politico generò polemiche, con Meloni che espresse la sua contrarietà alla vendita, sostenendo che tali oggetti dovrebbero essere preservati dallo Stato come segno tangibile della storia.
