La Cucina Italiana è stata ufficialmente inserita nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità, diventando così la prima tradizione culinaria a ricevere un riconoscimento di questo tipo a livello globale. La decisione è stata presa all’unanimità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco, durante una sessione svoltasi a New Delhi, in India, nel mese di dicembre 2025. Questo importante riconoscimento evidenzia non solo la ricchezza della tradizione gastronomica italiana, ma anche il suo ruolo fondamentale nella cultura e nella società.
Il significato del riconoscimento
L’Unesco ha descritto la cucina italiana come una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, sottolineando come essa rappresenti un modo per prendersi cura di sé e degli altri, esprimere affetto e riscoprire le proprie radici culturali. Questo approccio culinario offre alle comunità un’opportunità per condividere la propria storia e raccontare il mondo che le circonda. La decisione dell’Unesco evidenzia come il cucinare in Italia favorisca l’inclusione sociale, promuovendo il benessere e creando un canale per l’apprendimento intergenerazionale. Attraverso la cucina, si rafforzano i legami familiari e comunitari, si incoraggia la condivisione e si promuove un forte senso di appartenenza.
Per gli italiani, cucinare non è solo un atto quotidiano, ma un’esperienza comunitaria che valorizza l’intimità con il cibo, il rispetto per gli ingredienti e i momenti di convivialità attorno alla tavola. Le pratiche culinarie italiane sono profondamente radicate nelle tradizioni anti-spreco e nella trasmissione di sapori, abilità e ricordi da una generazione all’altra. Questa dimensione multigenerazionale consente a tutti di vivere un’esperienza di scambio continua, superando barriere culturali e generazionali.
Il dossier di candidatura e il contributo delle comunità
Il dossier di candidatura, redatto dal giurista Pier Luigi Petrillo, ha evidenziato gli sforzi significativi compiuti dalle comunità italiane negli ultimi sessant’anni. Tra i protagonisti di questa iniziativa ci sono organismi rappresentativi come la rivista La Cucina Italiana, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi. Queste istituzioni hanno svolto un ruolo cruciale nel preservare e promuovere la tradizione culinaria italiana, contribuendo a far emergere l’importanza della cucina come patrimonio culturale.
Con l’inclusione della cucina italiana nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità, l’Italia ha stabilito un record mondiale per il numero di riconoscimenti nel settore agro-alimentare, in proporzione al totale delle onorificenze ricevute. Delle ventuno tradizioni iscritte, ben nove sono collegate all’agroalimentare, tra cui l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la transumanza, la costruzione dei muretti a secco in agricoltura, la coltivazione della vite ad alberello dello zibibbo di Pantelleria, la dieta mediterranea, la cava e cerca del tartufo, il sistema irriguo tradizionale e l’allevamento dei cavalli lipizzani.
Un riconoscimento globale per l’Italia
La cucina italiana è stata selezionata tra sessanta dossier provenienti da cinquantasei paesi, a dimostrazione della sua rilevanza e unicità a livello mondiale. Questo riconoscimento non solo celebra la tradizione culinaria, ma rappresenta anche un’importante opportunità per valorizzare e promuovere la cultura italiana nel contesto internazionale. L’Unesco ha così messo in luce l’importanza della cucina come strumento di coesione sociale e come espressione della diversità culturale, rendendo omaggio a un patrimonio che continua a evolversi e a ispirare generazioni di cuochi e appassionati in tutto il mondo.
