Roberto Saviano ha espresso le sue riflessioni sulla complessità delle contraddizioni nel mondo contemporaneo durante un incontro tenutosi oggi, 5 dicembre 2025, all’Arena Repubblica-Robinson, nell’ambito della fiera Più Libri Più Liberi. L’autore ha condiviso il suo disagio riguardo alla sua presenza sui social media e al suo lavoro con le multinazionali, sottolineando la difficoltà di sentirsi “puri” in un contesto di compromessi.
Riflessioni sulla presenza di case editrici
Saviano ha anche affrontato la questione della presenza di case editrici di estrema destra all’interno dell’evento, dichiarando che questa situazione lo ha portato a riflettere profondamente. “Tra coloro che hanno firmato la lettera contro la presenza di Passaggio al Bosco a Più Libri Più Liberi, nessuno ha subito le conseguenze di CasaPound come me”, ha affermato, ricordando gli attacchi subiti e la sua personale lotta contro il gruppo neofascista. “Hanno cercato di screditarmi, ma non hanno avuto successo. Io li detesto”, ha aggiunto, riferendosi agli striscioni offensivi che lo hanno bersagliato.
Confronto con autori controversi
L’autore ha anche parlato della sua esperienza con i testi di autori controversi come Julius Evola, riconoscendo l’importanza di confrontarsi con idee che disprezza. “Ho studiato questi testi, che a volte trovo disgustosi, ma che mi hanno insegnato molto. È fondamentale per comprendere il loro fascino, soprattutto per i giovani“, ha dichiarato Saviano, evidenziando la necessità di esplorare anche le opere più inquietanti per capire il loro impatto.
Importanza della lettura e del dialogo
Saviano ha ribadito l’importanza di non temere i libri, anche quelli che possono sembrare problematici. Ha citato la vendita del “libretto rosso” di Stalin come esempio di come la lettura non debba essere limitata da pregiudizi. “Non è condividere spazi con i nazisti che permette loro di avanzare”, ha affermato, ma piuttosto il dialogo e il confronto democratico, come nel caso di Atreju, un luogo che ha visto una trasformazione da fucina di estremismo a uno spazio di discussione aperta e democratica.
