Scoperta eccezionale di una testa di Kore nel sito archeologico di Vulci

Egidio Luigi

Dicembre 5, 2025

Un’importante scoperta archeologica è stata annunciata a Roma il 15 marzo 2025, riguardante un raro esemplare di scultura greca. Questo ritrovamento, avvenuto a Vulci, non è solo significativo per l’Etruria, ma offre nuovi spunti sullo scambio culturale tra Grecia e Italia preromana. La scultura, che rappresenta la testa in marmo di una giovane donna (Kore), è stata presentata nella Sala della Crociera del Ministero della Cultura dal ministro Alessandro Giuli. Il ritrovamento fa parte degli scavi condotti nell’ambito del progetto “Vulci Cityscape“, promosso dalle Università di Friburgo e Magonza.

Il progetto vulci cityscape

Avviato nel 2020, il progetto “Vulci Cityscape” ha come obiettivo l’analisi della struttura e dello sviluppo della città etrusca di Vulci. Realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, e la Fondazione Vulci, il progetto adotta un approccio interdisciplinare per ampliare le conoscenze sull’urbanistica etrusca. La scoperta della testa di Kore è avvenuta nell’area di un nuovo tempio monumentale identificato nel 2021, che ha permesso di approfondire la conoscenza degli edifici di culto nel centro della città.

La scultura, che presenta un’elegante acconciatura, è attribuibile a un atelier attico risalente all’inizio del V secolo a.C. Attualmente, la testa di Kore è in fase di restauro e analisi presso l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) di Roma. Qui, esperti stanno conducendo approfondite indagini scientifiche sui colori originali, i materiali e le tecniche utilizzate nella lavorazione della scultura.

Il valore culturale della scoperta

Alfonsina Russo, capo dipartimento per la Valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura, ha sottolineato l’importanza del Parco Archeologico Naturalistico di Vulci, un luogo dove il paesaggio e la storia si intrecciano in un dialogo continuo. La testa di Kore rappresenta non solo un’opera d’arte, ma anche un’opportunità per promuovere Vulci e il suo territorio a livello nazionale e internazionale.

Luigi La Rocca, capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale del Ministero, ha evidenziato la rarità di simili oggetti e il loro potenziale per stimolare riflessioni storico-archeologiche. In particolare, ha messo in risalto l’intensità dei rapporti tra la Grecia e l’Etruria nell’età tardo arcaica, nonché la presenza di artisti greci in Etruria, come documentato da fonti storiche, in relazione alle sculture e alle decorazioni templari.

Interventi di restauro e futuri sviluppi

Luigi Oliva, direttore Centrale Restauro, ha spiegato che l’Istituto ha accolto con entusiasmo la richiesta della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Viterbo e dell’Etruria Meridionale, per avviare un intervento sulla Kore rinvenuta. Dopo il ritrovamento avvenuto nell’estate del 2024, è stato avviato un primo intervento di restauro e una campagna di indagini, con l’obiettivo di elaborare un progetto di restauro completo.

Questa scoperta non solo arricchisce il patrimonio culturale italiano, ma offre anche nuove prospettive sulla storia delle interazioni tra le civiltà del Mediterraneo. La testa di Kore non è solo un reperto archeologico, ma un simbolo di un’epoca in cui arte e cultura si mescolavano, creando un dialogo che continua a influenzare il nostro presente.

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