Libri d’ore in esposizione: i bestseller del tardo Medioevo in evidenza

Marianna Perrone

Dicembre 5, 2025

Nella Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di Roma, dal 12 dicembre 2025 al 15 febbraio 2026, si svolgerà l’esposizione intitolata “Il Tempo della devozione. Libri d’ore italiani tra Medioevo e Rinascimento”. Questo evento offre l’opportunità di ammirare una selezione di libri d’ore che hanno avuto un impatto significativo nella storia della letteratura e della devozione personale in Europa, in particolare nell’area franco-fiamminga tra la seconda metà del XIII secolo e il XVI secolo.

Il fascino dei libri d’ore

I libri d’ore rappresentano un genere di testo che ha riscosso un enorme successo nel tardo Medioevo, tanto da diventare un vero e proprio bestseller. Tra i possessori più illustri vi fu il duca Jean de Berry, che ne possedeva addirittura diciotto esemplari. Questi libri, destinati alla devozione privata, hanno visto una loro diffusione massiccia, specialmente alla fine del Quattrocento, quando la stampa iniziò a produrre centinaia di edizioni, prevalentemente a Parigi. L’esposizione romana presenterà alcuni tra gli esemplari più celebri e rari, offrendo uno spaccato della cultura e della spiritualità del tempo.

Opere in mostra

Tra i pezzi esposti, spicca il libro d’ore di Francesco da Barberino, considerato il più antico tra i testi in mostra. Realizzato per il noto poeta e notaio fiorentino, contemporaneo di Dante, questo libro presenta una combinazione unica di testi e immagini, concepiti dallo stesso Francesco. Un’altra opera di grande rilievo è l’Offiziolo Visconti, un’opera sontuosa appartenente a Gian Galeazzo Visconti, caratterizzata da un progetto illustrativo avviato da Giovannino de Grassi, uno dei più importanti artisti lombardi del tardo Trecento.

Il libro d’ore di Balzarrino da Pusterla, cavaliere che vinse un torneo nel 1395, è arricchito da rappresentazioni di santi e testi personalizzati, tra cui una preghiera che inizia con il suo nome. Accanto a questo, sarà esposto un manoscritto dedicato alla moglie Beatricina, anch’esso miniato dallo stesso artista. Inoltre, il libro d’ore di Giberto Borromeo, il primo manoscritto documentato al pittore Ambrogio de Predis, sarà parte della mostra, sottolineando l’importanza di queste opere nel contesto storico e culturale.

La funzione sociale e culturale dei libri d’ore

I libri d’ore erano destinati principalmente alla devozione privata dei laici, ma erano anche commissionati da religiosi per completare i propri testi liturgici. Questi libri, che variavano notevolmente in dimensioni e qualità, andavano da quelli di uso quotidiano a veri e propri oggetti di lusso, simboli di potere e status. Durante il Quattrocento, la loro diffusione contribuì in modo significativo all’alfabetizzazione, in particolare tra le donne, poiché venivano utilizzati per insegnare la lettura in ambito domestico.

Dopo la Controriforma, i libri d’ore furono abbandonati, ritenuti troppo legati a una spiritualità autonoma e, in alcuni casi, con contenuti considerati eterodossi. La loro presenza nella società si ridusse, e molti di essi furono censurati alla fine del XVI secolo. Tuttavia, questi testi continuarono a essere trasmessi di generazione in generazione, accumulando annotazioni relative a nascite, morti e celebrazioni familiari, diventando così veri e propri “archivi di preghiera”.

L’esposizione “Il Tempo della devozione” rappresenta un’importante occasione per riscoprire la storia e il valore di questi testi, che hanno segnato un’epoca e continuano a suscitare interesse e curiosità.

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