Il Sudafrica avvia un’inchiesta su Shein e Temu per presunte violazioni normative

Egidio Luigi

Dicembre 5, 2025

Anche in Sudafrica, i giganti cinesi dell’e-commerce, Shein e Temu, si trovano a dover affrontare nuove sfide legate a regolamentazioni più severe. La National Consumer Commission (NCC) del Sudafrica ha avviato un’indagine per accertare eventuali violazioni del Consumer Protection Act (CPA) da parte di queste piattaforme. Il portavoce Phetho Ntaba ha confermato a News24 che l’inchiesta è iniziata nel mese di novembre 2025.

Dettagli dell’indagine

L’indagine condotta dalla NCC si concentra su vari aspetti cruciali del funzionamento di Shein e Temu, tra cui il marketing, la qualità dei prodotti, l’etichettatura e la trasparenza delle condizioni di vendita, comprese eventuali spese accessorie. Se dovessero emergere irregolarità, le aziende potrebbero affrontare sanzioni significative, equivalenti al 10% del loro fatturato o a 50.000 euro, a seconda di quale cifra risulti più alta. L’NCC ha la facoltà di emettere un avviso di conformità oppure di portare il caso davanti al Consumer Tribunal, un organismo giudiziario indipendente. L’obiettivo è quello di concludere l’indagine entro marzo 2026.

Crescita e sfide per Shein e Temu

Negli ultimi anni, Shein e Temu hanno visto un’espansione notevole nel mercato sudafricano, grazie alla loro offerta di prezzi altamente competitivi. Tuttavia, nel 2024, il fisco sudafricano ha chiuso una scappatoia fiscale che permetteva alle piattaforme di e-commerce di pagare meno tasse su spedizioni di valore inferiore a 25 euro, una misura che ha penalizzato i rivenditori locali. Questa mossa è stata parte di un tentativo più ampio di garantire un mercato più equo e di proteggere le imprese nazionali.

Contesto internazionale

La situazione di Shein e Temu non è unica al Sudafrica. Anche l’Unione Europea ha avviato indagini nei loro confronti per presunti illeciti riguardanti la sicurezza e la trasparenza. Parallelamente, il governo italiano sta considerando l’introduzione di una nuova tassa sui pacchi in arrivo da Paesi extra UE, che includerebbe anche ordini sotto i 150 euro. Questa misura mira a contrastare la concorrenza sleale e a tutelare il Made in Italy, evidenziando un trend globale di maggiore regolamentazione nei confronti delle piattaforme di e-commerce internazionali.

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