Augias diserta Più Libri: la tolleranza si arresta di fronte al nazismo

Marianna Perrone

Dicembre 5, 2025

Corrado Augias ha comunicato oggi, 5 dicembre 2025, attraverso una lettera aperta pubblicata sul sito di Repubblica, la sua decisione di non partecipare all’edizione attuale di Più Libri Più Liberi. L’evento si svolge a Roma e il noto giornalista avrebbe dovuto tenere un intervento dedicato a Piero Gobetti nel pomeriggio presso l’Arena Repubblica-Robinson.

Motivazione della scelta

La motivazione dietro questa scelta risiede nella presenza dell’editore di estrema destra Passaggio al Bosco. Augias ha chiarito la sua posizione, affermando: “Non ho nulla in contrario all’esistenza di un editore di dichiarate simpatie neonaziste, non vado a imbrattargli le vetrine, lo lascio tranquillo – non voglio però avere nulla a che spartire con lui, nemmeno lo spazio di un bel salone come questo”. Questa dichiarazione sottolinea la sua netta opposizione a qualsiasi forma di connivenza con ideologie che promuovono l’odio e la violenza.

Riflessioni sulla tolleranza

Nella sua lettera, il giornalista ha anche riflettuto sulla tolleranza, affermando di praticarla, ma con delle distinzioni. Ha evidenziato che esiste una differenza sostanziale tra gli intolleranti e coloro che diventano complici delle idee di regimi criminali come il nazismo. Augias ha richiamato alla memoria un episodio storico significativo, raccontando di un dibattito tra Vittorio Foa, politico e sindacalista di orientamento socialista ed ebraico, e Giorgio Pisanò, un repubblichino di Salò e convinto neofascista. Durante il confronto, Foa sottolineò la differenza tra le loro posizioni con la frase: “Pisanò sa qual è la differenza? Abbiamo vinto noi la guerra e lei oggi è senatore – se aveste vinto voi io sarei in galera”. Questo ricordo serve a mettere in evidenza le conseguenze delle ideologie totalitarie e l’importanza di riconoscere la storia.

Posizione di Augias

La decisione di Augias di non partecipare a Più Libri Più Liberi rappresenta una presa di posizione chiara contro la normalizzazione di idee che, secondo lui, non dovrebbero avere spazio in contesti culturali e pubblici. La sua lettera si configura come un appello alla responsabilità etica e alla consapevolezza storica, elementi fondamentali per la costruzione di una società giusta e inclusiva.

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