Nelle memorie di Giuffre alcuni nomi sono stati omessi per proteggere i figli

Marianna Perrone

Dicembre 4, 2025

Virginia Giuffre, nota per essere stata vittima del defunto faccendiere pedofilo americano Jeffrey Epstein e per le sue accuse nei confronti dell’ex principe Andrea, ha scelto di non rivelare tutti i nomi nel suo libro di memorie, intitolato “Nobody’s Girl“, pubblicato in Italia da Bompiani. Questa decisione, come riportato dalla coautrice del volume, la giornalista americana Amy Wallace, è stata presa per “tutelare i suoi figli”, considerando le minacce, anche di morte, che ha ricevuto in passato. In un’intervista con l’ANSA e altre testate, Wallace ha affermato: “Conosco quei nomi, ma rispetto la decisione di Virginia di non scriverli, perché i suoi figli sono ancora vivi”. Questa dichiarazione non conferma né smentisce le speculazioni dei media che collegano gli abusi subiti da Giuffre a un “noto primo ministro” legato a Epstein, interpretato da alcuni come riferito all’ex premier israeliano Ehud Barak.

Il legame con il principe Andrea

La giornalista ha anche discusso del ruolo dell’ex principe Andrea, la cui reputazione è stata gravemente compromessa a causa delle rivelazioni sul suo legame con Epstein e sugli incontri sessuali con Giuffre quando lei era minorenne, all’età di 17 anni. Wallace ha sostenuto che Andrea dovrebbe “assolutamente” testimoniare negli Stati Uniti davanti al comitato del Congresso che sta indagando sui documenti legati allo scandalo. Secondo le affermazioni della coautrice, il fratello di re Carlo, che nel 2022 ha raggiunto un accordo extragiudiziale multimilionario con Giuffre per evitare un processo civile, potrebbe non dover discutere del suo coinvolgimento diretto, ma dovrebbe almeno riferire ciò che ha osservato.

Le implicazioni delle rivelazioni

Le affermazioni di Wallace pongono interrogativi significativi su come le istituzioni e i leader politici affrontino le accuse di abusi sessuali e il coinvolgimento di figure di alto profilo in scandali di questa natura. La testimonianza di Andrea potrebbe avere ripercussioni non solo sulla sua vita personale, ma anche sull’immagine della monarchia britannica e sulla percezione pubblica della giustizia in casi di abuso. Giuffre, attraverso il suo libro, continua a portare alla luce le esperienze traumatiche che ha vissuto, mentre la sua decisione di non rivelare certi nomi sottolinea la complessità e la delicatezza di tali situazioni. In un contesto in cui la giustizia e la responsabilità sono al centro del dibattito pubblico, le parole di Wallace e le scelte di Giuffre rappresentano un passo importante nella lotta contro l’impunità per abusi sessuali.

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