La tensione tra Etiopia ed Egitto sta raggiungendo livelli critici a causa della grande diga etiope sul Nilo, inaugurata il 9 settembre 2025. Questa struttura, secondo le autorità egiziane, potrebbe compromettere gravemente l’approvvigionamento idrico nel delta del Nilo. In una nota ufficiale, il Ministero degli Esteri etiope ha accusato Il Cairo di tentare di destabilizzare il Corno d’Africa per mantenere un controllo “coloniale” sulle risorse idriche del fiume, in risposta a una serie di proteste egiziane presentate in vari contesti internazionali, incluse le Nazioni Unite.
Le accuse dell’Etiopia
Il Ministero degli Esteri etiope ha dichiarato che i funzionari egiziani stanno impiegando un “metodo obsoleto” per creare stati deboli e dipendenti, soggetti agli ordini di Il Cairo. Secondo il governo etiope, alcuni rappresentanti egiziani sono intrisi di una mentalità coloniale, convinti di avere il monopolio sulle acque del Nilo. Questa posizione è stata espressa in modo chiaro, respingendo le rivendicazioni egiziane di “diritti storici” sul fiume, ritenuti infondati e inaccettabili.
La posizione dell’Egitto
Dall’altro lato, il Ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha più volte sottolineato che le azioni etiope rappresentano una minaccia per la pace africana e la stabilità regionale. Dopo l’inaugurazione della diga, il 9 settembre, Abdelatty ha presentato una protesta formale al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, definendo l’operazione della diga un “atto unilaterale illegale”. Ha avvertito che l’idea che Il Cairo possa ignorare i propri interessi vitali è un’illusione. A supporto delle sue affermazioni, anche il Ministro egiziano delle Risorse Idriche ha accusato Addis Abeba di gestire le risorse idriche in modo “sconsiderato”, attribuendo alla diga la responsabilità di inondazioni nel vicino Sudan, già gravemente colpito da crisi umanitarie.
La risposta dell’Etiopia
L’Etiopia, che considera la diga, il cui costo si avvicina ai 5 miliardi di dollari, un simbolo di orgoglio nazionale e cruciale per l’elettrificazione del Paese, ha respinto con fermezza le accuse egiziane. In diverse dichiarazioni, il governo etiope ha sottolineato che l’86% delle acque del Nilo proviene dagli altopiani etiope, sostenendo così la legittimità del proprio progetto idroelettrico. La situazione rimane tesa, con entrambi i paesi che si preparano a un confronto diplomatico che potrebbe avere ripercussioni significative sulla stabilità della regione.
