Ritrovare il benessere: una notte nella natura aiuta a combattere lo stress

Egidio Luigi

Dicembre 3, 2025

A volte, è sufficiente trascorrere una notte immersi nella natura per ritrovare equilibrio e vitalità. Questo è quanto emerge dallo studio intitolato “Uomo e Natura – Gli Effetti della Natura sul Benessere”, realizzato da Friland in collaborazione con i dipartimenti di psicologia delle Università di Trento e Padova. La ricerca, condotta su un campione di oltre 200 partecipanti e con più di 6.000 ore di esperienze raccolte, ha cercato di misurare un fenomeno che tutti noi percepiamo: il contatto con la natura apporta benefici al nostro benessere.

Il soggiorno nelle casette di Friland

Nel corso di sei mesi, i ricercatori hanno monitorato gli effetti di un soggiorno nelle “casette” di Friland, piccole abitazioni situate in contesti naturali, lontano dal caos urbano. Ai partecipanti sono stati somministrati questionari prima e dopo il soggiorno, per analizzare i cambiamenti in tre aree fondamentali: benessere psicologico, burnout e rigeneratività.

I risultati, presentati dalla dottoressa Martina Vacondio del dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento, rivelano che anche una sola notte trascorsa nelle tiny house immerse nella natura porta a un aumento del 16% del benessere percepito. Inoltre, il burnout, inteso come una sensazione di stanchezza mentale ed emotiva, è diminuito di circa l’8%. La rigeneratività, ovvero la capacità di un luogo di restituire energia e attenzione, ha raggiunto un punteggio medio di 7,87 su 10, risultando l’87% più alta rispetto a quella registrata nei tradizionali spazi verdi urbani.

La dottoressa Vacondio ha commentato: “Applicare metodologie scientifiche in ambienti naturali è sempre una sfida, ma i dati raccolti mostrano un effetto chiaro: la natura ha un potere rigenerante reale e misurabile.” In un’epoca caratterizzata da notifiche incessanti e ritmi frenetici, questa ricerca invita a riflettere sull’importanza di rallentare e trascorrere del tempo nella natura, che può manifestarsi attraverso esperienze in cottage, glamping, tiny house o semplicemente ammirando il cielo stellato, a patto che ci sia silenzio e connessione con l’ambiente circostante.

Il turismo nature based

Il turismo nature based rappresenta uno dei trend più significativi degli ultimi anni. Situato all’incrocio tra turismo wellness e sostenibile, l’attenzione si sta spostando verso l’ospitalità basata sulla natura: soggiorni a basso impatto ambientale, immersi nel verde, per facilitare una riconnessione con l’ambiente naturale. A testimonianza del potenziale di questo mercato, alla fine del 2024, Marriott ha acquisito 1.200 tiny house di Postcard Cabins negli Stati Uniti. L’interesse da parte di fondi come Starwood Capital e Certares nel capitale di Postcard Cabins ha attirato l’attenzione degli operatori del settore su un modello di business caratterizzato da alta efficienza operativa, con costi di avviamento contenuti e un impatto ambientale ridotto.

In Australia, Unyoked è una rete di tiny house immersa nella natura, che ha visto la partecipazione dell’attore Matthew McConaughey. Fondata nel 2017, oggi conta quasi 150 strutture in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito. In Gran Bretagna, si trova la rete di casette Unplugged, dove i dispositivi elettronici vengono requisiti al check-in in cambio di una scatola contenente matite, libri e candele. In Germania, esiste il network RAUS. In Italia, dal 2020, Friland offre casette accoglienti (attualmente 15) nella natura, ognuna di 12 m², situate in Friuli, Veneto e Liguria, a un’ora dalle grandi città. Partecipata da fondi di venture capital come Lifegate Way e Zest, Friland ha avviato un progetto di sviluppo, con un equity crowdfunding previsto per maggio, per raggiungere 100 alloggi entro il 2028, con espansioni programmate in Sardegna, Trentino e Lombardia.

La prescrizione giapponese di fare “il bagno nel bosco”

Negli anni ’80, i medici giapponesi hanno iniziato a raccomandare lo Shinrin-Yoku, o “bagno nel bosco”, come risposta alla crescente epidemia di stress che affliggeva il Giappone. Questa pratica prevede momenti di immersione totale nella natura, in silenzio e senza distrazioni, per favorire il contatto sensoriale con l’ambiente attraverso l’osservazione, l’olfatto e il tatto. Per essere efficace, richiede un’area verde il più possibile incontaminata, tempo a disposizione e la volontà di entrare in relazione con il paesaggio naturale.

Ricerche condotte dalla Nippon Medical School di Tokyo hanno dimostrato che anche una singola sessione di “bagno nella natura” può portare alla riduzione del cortisolo, alla diminuzione della pressione sanguigna e a un rafforzamento del sistema immunitario. Con il progredire degli studi sui benefici del tempo trascorso nella natura, sono emerse nuove evidenze: uno studio dell’Università dello Utah ha dimostrato che trascorrere alcuni giorni immersi nella natura, disconnessi dai media e dalla tecnologia, può aumentare le prestazioni cognitive, come creatività e problem-solving, fino al 50%. Lo scorso anno, l’Università di Exeter ha evidenziato miglioramenti nella salute mentale, con un aumento della felicità e una diminuzione dell’ansia nelle persone a contatto con la natura.

La ricerca condotta dall’Università di Trento conferma e rinnova questi dati, sottolineando che il miglioramento del benessere può derivare anche da “piccoli ritorni” alla natura. Immergersi nel verde, contemplarlo e respirarlo, anche per una sola notte, può generare effetti positivi sul nostro stato d’animo.

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