Mercoledì 3 dicembre 2025, l’inchiesta sugli appalti europei ha preso una piega significativa con il rilascio di tre italiani coinvolti in un caso di frodi e corruzione. L’ex ministro Federica Mogherini, il diplomatico Stefano Sannino e il manager Cesare Zegretti sono stati fermati dalla polizia federale belga e successivamente rilasciati, nonostante restino indagati per le accuse di conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Dettagli dell’inchiesta
L’indagine condotta dall’Ufficio europeo del pubblico ministero (Eppo) si concentra sull’uso irregolare di fondi europei tra il 2021 e il 2022. Uno degli appalti sotto esame è quello per il Collegio d’Europa, che ogni anno accoglie circa 500 aspiranti diplomatici a Bruges, con un valore di quasi un milione di euro. Le autorità belghe hanno notificato i capi d’accusa ai tre indagati, che sono stati interrogati prima di tornare in libertà durante la notte. L’inchiesta continua con l’analisi dei documenti e dei supporti informatici sequestrati.
Le implicazioni politiche
Questo episodio ha scatenato un nuovo terremoto nelle istituzioni europee, con particolare attenzione all’operato di Federica Mogherini, ex rappresentante della diplomazia europea e attuale presidente del Collegio d’Europa. Le informazioni privilegiate riguardanti i criteri di selezione del bando, ottenute prima della pubblicazione ufficiale, pongono interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del processo di appalto.
Le reazioni e il futuro dell’inchiesta
Nei palazzi dell’Unione Europea si respira prudenza e silenzio. Tuttavia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato la situazione, sottolineando che il rilascio dei tre indagati è un fatto positivo, evidenziando la necessità di capire le prove che l’accusa potrà presentare contro Mogherini e Sannino. La situazione rimane delicata, con la comunità internazionale che osserva attentamente gli sviluppi di questa inchiesta che potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro politico europeo.
