La decisione dell’Unione Europea di abbandonare il gas russo ha suscitato reazioni significative a Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che tale scelta non farà altro che accelerare un processo di declino, già in corso da anni, riguardante la leadership economica dell’Europa. Le parole di Peskov, riportate dall’agenzia Interfax, evidenziano le preoccupazioni russe riguardo alle conseguenze economiche di questa transizione.
Dichiarazioni del portavoce del Cremlino
Durante una conferenza stampa tenutasi il 3 dicembre 2025, Peskov ha sottolineato che l’Europa si troverà costretta a dipendere da fonti di gas più costose, il che potrebbe rivelarsi dannoso per l’economia europea. Secondo il portavoce, il costo del gas alternativo supererà frequentemente quello del gas russo, portando l’Europa a una condizione di vulnerabilità energetica. Questa situazione, a suo avviso, non solo influenzerà il bilancio energetico dei paesi europei, ma avrà anche ripercussioni sulla competitività globale dell’Unione Europea.
Peskov ha messo in evidenza come l’uscita dal gas russo implichi una condanna a fonti energetiche più costose, con effetti diretti sulla crescita economica e sull’occupazione. La dipendenza da fornitori alternativi, che potrebbero non garantire la stessa stabilità e prezzo, rappresenta una sfida considerevole per i governi europei, già alle prese con crisi economiche e inflazione.
Implicazioni per il futuro dell’Europa
La dichiarazione di Peskov riflette un’analisi più ampia delle dynamiche energetiche globali e delle politiche europee. Con la crescente attenzione verso la sostenibilità e la transizione energetica, l’Europa sta cercando di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dal gas russo, a causa delle tensioni geopolitiche e dei conflitti in corso. Tuttavia, questo cambiamento comporta rischi significativi.
L’Unione Europea sta investendo in energie rinnovabili, ma il percorso verso una completa indipendenza energetica è lungo e complesso. Le infrastrutture esistenti, le politiche di approvvigionamento e le relazioni commerciali con i fornitori di energia alternativi richiedono tempo e risorse per essere adeguatamente sviluppate. Nel frattempo, la transizione potrebbe esporre i paesi europei a fluttuazioni di prezzo e a crisi di approvvigionamento, creando incertezze per le industrie e i consumatori.
Le affermazioni di Peskov servono quindi a mettere in guardia l’Europa sui potenziali effetti economici di una scelta così radicale, suggerendo che la strada verso l’indipendenza energetica potrebbe rivelarsi più tortuosa del previsto. Mentre l’Unione Europea continua a perseguire i suoi obiettivi di sostenibilità, la questione del gas rimane un tema cruciale, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini europei.
