Il conflitto in Medioriente continua a intensificarsi, con notizie allarmanti che giungono da Gaza e dal Libano. Domenica 30 novembre 2025, i media iraniani hanno diffuso filmati che documentano gli attacchi israeliani contro postazioni militari, mentre Hamas ha dichiarato che il numero delle vittime a Gaza ha superato le 70.000 unità dall’inizio delle ostilità . Questo scenario drammatico si inserisce in un contesto di crescente tensione e violenza, con la tregua tra le parti che appare sempre più come una mera illusione.
Attacchi e vittime a Gaza
Nella Striscia di Gaza, due minorenni sono stati uccisi dall’esercito israeliano a Bani Suheila, un evento che ha suscitato indignazione e preoccupazione tra la popolazione locale e le organizzazioni per i diritti umani. Le forze di difesa israeliane (IDF) continuano a condurre operazioni militari nella regione, giustificando le loro azioni come necessarie per la sicurezza nazionale. Tuttavia, da parte di Hamas, si denuncia un numero crescente di vittime civili, con stime che parlano di oltre 70.000 morti dall’inizio del conflitto. Queste cifre, se confermate, rappresenterebbero una gravissima crisi umanitaria.
Il leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo si riserva il diritto di rispondere agli attacchi israeliani, in particolare a quello che ha portato alla morte del comandante Abu Ali Tabatabai in Libano. Qassem ha affermato che la risposta verrà pianificata con attenzione, sottolineando la determinazione del gruppo a difendere i propri interessi e quelli dei suoi alleati.
La situazione in Libano
In Libano, la tensione è palpabile dopo l’uccisione di Abu Ali Tabatabai, un evento che ha scatenato reazioni forti sia da parte di Hezbollah che della popolazione. Il gruppo militante ha avvertito che ogni attacco contro di loro non rimarrà impunito e che le vendette verranno attuate nei tempi e nei modi che riterranno opportuni. Questo episodio ha riacceso le preoccupazioni per un possibile allargamento del conflitto, con Hezbollah che potrebbe decidere di intensificare le sue operazioni contro Israele.
La comunità internazionale osserva con apprensione l’evolversi della situazione, temendo che un’escalation possa portare a conseguenze devastanti per la stabilità regionale. Gli analisti avvertono che la situazione attuale richiede un intervento diplomatico urgente per evitare un ulteriore deterioramento della sicurezza in Medioriente.
La guerra, che dura ormai da 12 giorni, ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti, con migliaia di persone costrette a fuggire dalle loro case e a cercare rifugio in condizioni precarie. Le organizzazioni umanitarie stanno lottando per fornire assistenza, ma le operazioni sono ostacolate dai continui attacchi e dalla mancanza di accesso alle aree più colpite.
La comunità internazionale continua a monitorare la situazione, mentre le speranze di una risoluzione pacifica sembrano allontanarsi sempre di più.
