Un nuovo murale ha preso vita a Roma, precisamente nel quartiere di Tor Marancia, noto per la sua vocazione alla street art. L’opera, intitolata Nurturing Hope, è stata realizzata dall’artista Alice Pasquini e si propone di riflettere sulla fragilità , sulla resilienza e sulla speranza di una nuova vita per i rifugiati.
Il murale, che si erge per oltre 15 metri, è stato completato nelle ultime settimane nell’ambito del progetto internazionale Echoes of Resilience, una collaborazione tra l’UNHCR e l’Unione Europea. Questo progetto celebra la solidarietà e il supporto verso coloro che fuggono dalle proprie terre in cerca di rifugio. L’inaugurazione dell’opera è fissata per il 3 dicembre 2025 e vedrà la partecipazione di rappresentanti dell’UNHCR, dell’Unione Europea e il patrocinio del Municipio VIII di Roma.
Il significato dell’opera
Alice Pasquini ha dichiarato all’ANSA che la street art rappresenta un’arte sociale per eccellenza, con ogni suo lavoro che si schiera a favore delle persone, sostenendo le emozioni attraverso gesti quotidiani espressi in spazi pubblici. Il murale ritrae due bambini, immaginati come fratelli, in una scena familiare carica di aspettative. La bambina, con una pianta in mano, la offre al bimbo più piccolo, simbolizzando un atto di rinascita. Quest’ultimo è seduto su una valigia, rappresentativa della loro casa perduta.
Sullo sfondo, si possono scorgere le tende dei rifugiati, mentre i colori predominanti, giallo e blu, sono scelti per evocare la dignità e la speranza di rinascita di chi è costretto a lasciare tutto alle spalle.
Il progetto internazionale
Alice Pasquini sottolinea come il progetto dell’UNHCR rappresenti un’opportunità per i popoli di trovare un luogo d’accoglienza, portando con sé la propria memoria e guardando al futuro. La realizzazione di un’immagine suggestiva capace di trasmettere questo messaggio non è stata semplice, ma fondamentale per riaccendere la speranza di un nuovo inizio.
Il murale di Roma è stato realizzato in contemporanea con altre due opere a livello internazionale, precisamente a Parigi e Copenaghen. A Parigi, l’artista Mahn Kloix ha creato The Extra Mile, mentre a Copenaghen, Peter Skensved ha realizzato Resilient Roots.
Il potere dell’arte nella comunitÃ
Ogni murale rappresenta non solo la sopravvivenza degli sfollati, ma anche la loro capacità di costruire una nuova vita per sé e per le proprie comunità . In una nota dell’UNHCR si evidenzia come l’arte possa unire le persone, facilitando la comprensione di percorsi ed esperienze diverse e contribuendo a rompere le barriere culturali.
Il murale di Alice Pasquini a Roma non è soltanto un’opera d’arte, ma un messaggio potente di speranza e resilienza, che invita a riflettere sulla condizione dei rifugiati e sull’importanza della solidarietà .
