In Italia ci sono 46mila dimore storiche, il 60% contribuisce all’economia

Egidio Luigi

Novembre 27, 2025

Nel 2024, il patrimonio culturale privato italiano ha dimostrato una vitalità straordinaria, accogliendo oltre 35 milioni di visitatori, di cui più di 2 milioni nelle aree interne del Paese. Questi dati emergono dal VI Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato, presentato il 10 aprile 2025 alla Camera dei Deputati. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), in collaborazione con la Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale, e sostenuta da Confedilizia, Confagricoltura e Fondazione Pescarabruzzo.

Un pilastro dell’economia italiana

Il rapporto evidenzia come le 46.000 dimore storiche vincolate in Italia, tra palazzi, ville e castelli, costituiscano un elemento essenziale del tessuto sociale ed economico nazionale. Quasi il 30% di queste strutture si trova in comuni con meno di 5.000 abitanti, dimostrando il loro ruolo cruciale anche nelle piccole realtà locali. Il 60% delle dimore storiche è attivamente coinvolto in attività economiche, con il 20% che opera come impresa strutturata. Di queste, circa il 46% è concentrato nel settore ricettivo e nella gestione immobiliare, mentre il 17% si dedica all’agroalimentare e il 13% alla cultura, con quasi il 10% che si occupa di eventi.

Il turismo esperienziale nelle dimore storiche

Le dimore storiche si confermano un punto di riferimento per il turismo esperienziale e culturale. Attualmente, il 35% delle dimore è destinato alla locazione, con circa 3.700 di esse che offrono formule di ospitalità turistica breve, un settore in continua crescita, con un incremento del 46% nell’ultimo anno. Inoltre, il 58% delle dimore storiche accoglie studenti di ogni ordine e grado, contribuendo in modo significativo alla formazione scolastica. Nel 2024, oltre 20.000 dimore hanno organizzato eventi, attirando più di 35 milioni di visitatori. Di queste, circa 17.000 hanno proposto iniziative gratuite o con finalità sociale, evidenziando l’importanza di tali eventi per lo <strongsviluppo locale e la creazione di reti con aziende agricole e operatori turistici.

Investimenti nella manutenzione e nel restauro

Le dimore storiche si rivelano anche un motore di investimento per il patrimonio architettonico italiano. Il rapporto indica che l’85% degli interventi di manutenzione e restauro è autofinanziato dai proprietari, con una spesa media annuale superiore a 50.000 euro per ogni bene. Solo il 2% delle dimore ha ricevuto contributi pubblici, sottolineando l’impegno dei proprietari nella conservazione del patrimonio culturale.

Il legame con il settore agricolo

Il comparto agricolo rappresenta una colonna portante per le dimore storiche, con il 17% di esse che svolge attività agricola, registrando un aumento del 17% rispetto al 2023. La vitivinicoltura è il settore predominante, con il 25% delle dimore agricole impegnate in questa attività, che sale al 36% se si considerano solo i viticoltori. Altre attività agricole includono la coltivazione di cereali e l’olivicoltura, entrambe al 21%. In molte dimore agricole, l’attività agricola rappresenta una parte significativa del reddito annuale, con il 39% di esse che genera oltre il 75% del reddito attraverso questa attività. Il legame con il turismo è forte, poiché il 100% delle dimore vitivinicole offre percorsi di degustazione, contribuendo a un aumento delle visite.

Maria Pace Odescalchi, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, ha sottolineato l’importanza di una collaborazione efficace tra pubblico e privato per garantire una migliore tutela e valorizzazione dei beni culturali privati. Misure come l’unificazione dell’IVA per gli interventi di restauro e l’estensione dell’Art Bonus ai privati potrebbero rendere più sostenibile la manutenzione delle dimore storiche, generando benefici per l’economia e la società, in particolare nelle aree meno centrali e più fragili.

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