Euroclear avverte l’Unione Europea: l’uso degli asset comporta costi di debito maggiori

Egidio Luigi

Novembre 27, 2025

La questione degli asset russi congelati continua a suscitare preoccupazioni tra i governi europei. In una lettera indirizzata alla Commissione Europea, la società belga Euroclear ha avvertito che l’uso di tali beni comporterebbe un significativo aumento dei costi del debito per gli Stati membri dell’Unione. Questo avvertimento è emerso in un documento visionato dal Financial Times, evidenziando le ripercussioni economiche di una potenziale “confisca” percepita al di fuori dell’Unione.

Le implicazioni economiche della gestione degli asset russi

Euroclear, che gestisce gran parte dei beni congelati di Mosca, ha sottolineato che il piano di prestiti destinati all’Ucraina, se attuato, verrebbe interpretato come una forma di esproprio. Questo scenario non solo potrebbe spaventare gli investitori, ma potrebbe anche avere effetti negativi sul mercato del debito sovrano europeo. Secondo la società, il rischio percepito derivante da tali misure porterebbe a un innalzamento significativo degli spread dei titoli di Stato, rendendo più costoso il finanziamento per i vari Stati dell’Unione.

La lettera di Euroclear mette in evidenza come tali decisioni possano influenzare la stabilità economica dell’area euro. Gli investitori, già preoccupati per l’instabilità geopolitica, potrebbero esitare a investire in titoli di Stato europei se percepiscono un aumento del rischio associato a misure drastiche come la confisca di beni. Questo potrebbe tradursi in una spirale negativa per le finanze pubbliche, costringendo i governi a pagare tassi di interesse più elevati per attrarre capitale.

Il contesto della lettera di Euroclear

La comunicazione di Euroclear arriva in un momento cruciale, il 27 novembre 2025, quando la situazione in Ucraina e le relazioni con la Russia sono al centro dell’attenzione internazionale. Le tensioni geopolitiche hanno già avuto ripercussioni significative sui mercati finanziari e sull’economia globale. La gestione degli asset russi diventa quindi un tema delicato, poiché le decisioni in questo ambito non riguardano solo la questione della giustizia e della responsabilità, ma anche la sostenibilità economica dell’Unione Europea.

La lettera di Euroclear non è solo un avvertimento, ma un appello a considerare le conseguenze a lungo termine delle politiche adottate. La società ha chiarito che le misure di emergenza, sebbene giustificabili in un contesto di crisi, devono essere valutate con attenzione per evitare danni collaterali all’economia europea. La questione degli asset russi, quindi, si intreccia con la necessità di trovare un equilibrio tra giustizia e stabilità economica.

L’argomento rimane di grande attualità e continuerà a essere oggetto di discussione tra i leader europei, mentre cercano di navigare in un panorama geopolitico sempre più complesso.

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