L’ambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, è stato convocato dalla Cina il 15 febbraio 2025, in un incontro presieduto dal vice ministro degli Esteri, Sun Weidong. La richiesta è rivolta alla premier giapponese, Sanae Takaichi, affinché ritratti le sue recenti dichiarazioni riguardanti un possibile intervento militare del Giappone in caso di emergenza a Taiwan. Questo evento segna un’ulteriore escalation nelle relazioni tra i due Paesi, con Pechino che ha interpretato le parole della premier come una minaccia alla propria sovranità . Il governo giapponese ha ribadito la sua posizione, sottolineando che rimane coerente con il Comunicato congiunto del 1972 e che è impegnato a mantenere la pace e la stabilità nella regione.
La convocazione dell’ambasciatore e le reazioni di Pechino
Durante l’incontro, Sun Weidong ha espresso la necessità di un ritiro delle dichiarazioni fatte dalla premier Takaichi, che sono state viste come un’aggressione alle questioni di sicurezza dello Stretto di Taiwan. Pechino ha reagito con fermezza, avvertendo Tokyo delle conseguenze di tali affermazioni, considerate interferenze nelle questioni interne cinesi. L’ambasciatore Kanasugi ha ascoltato le lamentele di Pechino, che ha ribadito la sua posizione riguardo a Taiwan come parte integrante della Cina. Le autorità cinesi hanno descritto la reazione come una delle più severe degli ultimi mesi, segno di un clima di tensione crescente.
La risposta del governo giapponese e il Comunicato del 1972
In risposta alla convocazione dell’ambasciatore, il governo giapponese ha mantenuto la sua posizione inalterata. Il segretario di gabinetto, Minoru Kihara, ha dichiarato durante un briefing stampa che la politica giapponese su Taiwan rimane in linea con il Comunicato congiunto Giappone-Cina del 1972, che stabilisce il riconoscimento del principio di una sola Cina. Kihara ha sottolineato l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan, evidenziando che, nonostante le relazioni non ufficiali con Taipei, Tokyo continua a seguire la linea stabilita con Pechino. Tuttavia, negli ultimi anni, il Giappone ha intensificato le sue posizioni in materia di sicurezza, in risposta all’aumento della presenza militare cinese nella regione, senza però modificare ufficialmente la sua posizione riguardo allo status di Taiwan.
Le affermazioni di Takaichi e le conseguenze diplomatiche
Le attuali tensioni tra Giappone e Cina sono state alimentate dalle dichiarazioni rilasciate da Sanae Takaichi una settimana prima della convocazione. La premier giapponese aveva accennato alla possibilità che un attacco cinese a Taiwan potesse giustificare un intervento giapponese, diretto o indiretto. Questa affermazione ha riacceso lo scontro diplomatico tra i due Paesi, evidenziando le fragili dinamiche di sicurezza nella regione. La reazione di Pechino è stata immediata e ha messo in evidenza la sensibilità delle questioni legate a Taiwan, un argomento che continua a essere al centro delle relazioni sino-giapponesi.
