Decine di migliaia di studenti si sono mobilitati oggi, 14 novembre 2025, in diverse piazze d’Italia per partecipare a uno sciopero nazionale indetto dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. Questa manifestazione ha l’obiettivo di rivendicare una scuola e un’università pubbliche, accessibili e capaci di garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Una protesta per il futuro dell’istruzione
Sotto il motto “Un’altra scuola, un altro mondo è possibile“, gli studenti esprimono il loro malcontento nei confronti di un sistema educativo che, a loro avviso, manca di una visione chiara per il futuro. Tommaso Martelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti, ha dichiarato che le istituzioni scolastiche attuali non rispondono alle esigenze degli studenti. “Viviamo quotidianamente disagi legati a un sistema didattico e valutativo obsoleto. Siamo costretti a lavorare nelle aziende a causa dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (Pcto), mentre si spendono miliardi per armamenti, lasciando molti di noi senza i fondi necessari per acquistare i libri di testo“, ha affermato Martelli, sottolineando l’urgenza di immaginare un nuovo modello scolastico.
Le rivendicazioni universitarie
Anche il mondo universitario ha preso parte attiva alla protesta. Le organizzazioni studentesche hanno denunciato l’operato del Ministero dell’Università e della Ricerca, attualmente guidato dalla ministra Bernini. Secondo gli studenti, ci sono segnali preoccupanti di una volontà politica di reprimere le voci critiche e di controllare le istituzioni accademiche. Arianna D’Archivio, coordinatrice di Link – Coordinamento Universitario, ha evidenziato le problematiche legate ai legami tra università e industria bellica, la riforma dell’accesso a Medicina e il progressivo ridimensionamento dei fondi per il sistema universitario. “Rivendichiamo un’università libera da influenze politiche, adeguatamente finanziata e al servizio della collettività”, ha affermato D’Archivio.
Solidarietà e denuncia sociale
Le manifestazioni di oggi non si limitano a rivendicazioni educative, ma includono anche una ferma condanna della situazione in Gaza. Gli studenti hanno espresso il loro dissenso nei confronti della complicità del governo italiano, che continua a sostenere conflitti armati e ignora le conseguenze devastanti sui civili, in particolare su scuole, ospedali e università. Francesca Cantagallo, coordinatrice della Rete della Conoscenza, ha dichiarato: “Mentre la nostra generazione affronta precarietà e mancanza di prospettive, il governo investe miliardi nel riarmo e nella repressione. Ogni euro speso per la guerra toglie opportunità future. Difendere la scuola e l’università pubbliche significa proteggere la possibilità di un mondo migliore, libero da conflitti e disuguaglianze”.
La mobilitazione di oggi rappresenta un chiaro segnale della determinazione degli studenti a lottare per il loro diritto a un’istruzione di qualità e per un futuro che possa garantire giustizia e uguaglianza.
