La questione legata a Salis e Budapest ha avuto inizio l’11 febbraio 2023, quando le forze di polizia ungheresi hanno arrestato una donna di 39 anni, accusandola di aver inflitto lesioni aggravate a due individui di orientamento neonazista. La donna, nota come Salis, è membro del gruppo Antifa Ost, un movimento che si oppone al fascismo, al razzismo e al capitalismo, considerato una rete di gruppi autonomi con una forte connotazione di sinistra radicale. Questo gruppo è stato recentemente inserito dalla Casa Bianca nell’elenco delle organizzazioni terroristiche di estrema sinistra.
Il caso di salis e il processo legale
Il caso ha attirato l’attenzione internazionale e ha sollevato interrogativi sulle politiche di repressione adottate dalle autorità ungheresi. La Salis, originaria di Monza, ha affrontato un lungo processo legale che si è protratto per sedici mesi e tre giorni. La sua battaglia per la libertà si è conclusa il 24 giugno 2024, giorno in cui ha ottenuto la liberazione dai domiciliari e l’immunità parlamentare, grazie al risultato delle elezioni europee che hanno visto il suo partito trionfare.
Tensioni tra movimenti antifascisti e autorità
Questa vicenda ha messo in luce le tensioni tra movimenti antifascisti e le autorità ungheresi, evidenziando il clima di repressione nei confronti di chi si oppone alle ideologie di estrema destra. La Salis, tornata a casa dopo un lungo periodo di detenzione, rappresenta un simbolo della lotta contro l’intolleranza e la violenza politica, in un contesto europeo sempre più polarizzato.
