Un geofisico italiano riceve l’EGU Award per le sue ricerche sui terremoti

Marianna Perrone

Novembre 12, 2025

Il geofisico italiano Luca Dal Zilio, originario di Treviso e attualmente Assistente Professore presso la Nanyang Technological University (NTU) di Singapore, ha ricevuto un importante riconoscimento dalla European Geosciences Union (EGU). Il 2026 segnerà la sua premiazione con l’Outstanding Early Career Scientist Award, un onore che sottolinea il suo contributo significativo nel campo delle Scienze della Terra. L’EGU è la principale organizzazione europea dedicata a queste discipline, comprendendo anche le scienze planetarie e spaziali.

Obiettivi e metodologia della ricerca

Il fulcro del lavoro di Dal Zilio è l’avanzamento della comprensione dei terremoti, un tema cruciale per la valutazione del rischio sismico a livello globale. La sua ricerca si distingue per l’integrazione di modelli numerici basati sulla fisica, tecnologie di calcolo ad alte prestazioni e analisi dei dati. Attraverso queste metodologie, il Professor Dal Zilio esplora i meccanismi di innesco dei terremoti e la propagazione delle rotture lungo le faglie, contribuendo a una comprensione più profonda dei fenomeni sismici.

Focus sul terremoto di Sagaing

Recentemente, il suo lavoro ha trovato spazio sulla rivista scientifica Science, con un focus sul terremoto che ha colpito il Myanmar nel 2025. Questo evento, noto come Terremoto di Sagaing, ha avuto una magnitudo di 7.7, causando danni devastanti in tutto il Paese e nelle aree circostanti. Il bilancio delle vittime è stato drammatico, con oltre 3.000 morti e 4.500 feriti, una situazione complicata ulteriormente dalle difficoltà logistiche e politiche interne.

Analisi dettagliata del terremoto di Sagaing

Il recente studio di Dal Zilio offre una ricostruzione tridimensionale della rottura del terremoto del Myanmar del 2025 lungo la Faglia di Sagaing. Utilizzando osservazioni satellitari, misurazioni geodetiche e simulazioni numeriche, l’analisi ha rivelato che alcune parti della rottura si sono propagate a velocità supershear, ovvero superiori a quelle delle onde di taglio della crosta terrestre. Questo fenomeno ha rilevanti implicazioni per la previsione dei movimenti del suolo, poiché le rotture supershear tendono a concentrare le vibrazioni in direzioni specifiche.

“Durante la maggior parte dei terremoti, la rottura si muove a una velocità di circa tre o quattro chilometri al secondo,” ha dichiarato Dal Zilio, che dirige il Computational Geophysics Lab presso l’Earth Observatory of Singapore (EOS) e l’Asian School of the Environment (ASE) della NTU. “In rari casi, possiamo assistere a velocità superiori, fenomeno che definiamo supershear. I nostri risultati suggeriscono che per prevedere dove ciò possa avvenire, è necessario mappare e modellare l’intera zona di faglia: spessore, velocità delle onde e geometria sono fattori chiave che possono influenzare questo comportamento estremo.”

Il suo studio ha messo in evidenza l’importanza di una zona di danno spessa circa due chilometri, la quale ha rappresentato un percorso privilegiato per la rottura a velocità elevata. Questa scoperta offre una nuova prospettiva per la valutazione del rischio sismico su faglie simili in tutto il mondo.

Formazione e riconoscimenti

Luca Dal Zilio ha conseguito la laurea in Geofisica presso l’Università di Padova e ha completato il dottorato all’ETH di Zurigo. Prima di trasferirsi a Singapore nel 2024, ha svolto ricerche post-dottorato presso il California Institute of Technology (Caltech) e l’ETH. Tra i suoi riconoscimenti precedenti figurano il Prix Schläfli (2022) dell’Accademia Svizzera delle Scienze e il Jason Morgan Early Career Award (2023) dell’American Geophysical Union (AGU).

×