In Messico, agricoltori bloccano strade per protestare contro le politiche agricole

Egidio Luigi

Ottobre 28, 2025

Gli agricoltori messicani hanno avviato una serie di proteste in almeno 24 delle 32 regioni del Paese, instaurando blocchi stradali a tempo indeterminato. La mobilitazione è scaturita da un mancato accordo con le autorità federali riguardo alla fissazione di un prezzo minimo per il mais, stabilito a 330 euro (7.200 pesos) per tonnellata.

Richieste dei produttori

Le richieste dei produttori si concentrano su “prezzi equi” per i loro raccolti e sull’esclusione dei cereali di base dall’accordo commerciale nordamericano, con l’obiettivo di tutelare le colture nazionali. La situazione si è intensificata dopo che i manifestanti hanno deciso di abbandonare le trattative, tentando di forzare l’ingresso del Ministero dell’Interno. Durante le azioni di protesta, hanno anche incatenato gli accessi del palazzo governativo per un’ora, evidenziando la determinazione nel far sentire la propria voce.

Malcontento degli agricoltori

Un agricoltore presente alle manifestazioni ha dichiarato: “Tutto è bloccato, il Paese è bloccato. Non è più una questione di prezzo, è una rivolta sociale dovuta al disaccordo di tutti gli agricoltori, dato che non siamo stati ascoltati. È un problema che dura da sette o otto anni”. Questo malcontento riflette una frustrazione accumulata nel tempo, con richieste che affondano le radici in questioni più ampie legate alla sostenibilità economica dei produttori locali.

Impatto delle proteste

Le proteste, che si stanno diffondendo rapidamente, mettono in luce le difficoltà che gli agricoltori affrontano nel contesto attuale, dove le politiche commerciali e i prezzi dei prodotti agricoli sono sotto pressione. La situazione potrebbe avere ripercussioni significative non solo per il settore agricolo, ma anche per l’intera economia messicana, se non si troverà una soluzione che soddisfi le esigenze di chi lavora la terra.

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