La situazione a Kiev continua a deteriorarsi, con la popolazione civile che subisce le conseguenze di un conflitto che si protrae da quattro anni. La guerra psicologica condotta da Mosca ha come obiettivo principale quello di minare la resistenza della popolazione, già provata da incessanti attacchi. Nella notte del 18 gennaio 2025, la capitale ucraina ha registrato un nuovo attacco aereo che ha portato a un bilancio tragico: almeno tre morti e ventinove feriti, tra cui sei bambini, il più giovane dei quali ha solo quattro anni.
Attacchi a obiettivi civili
Gli attacchi non colpiscono solo obiettivi militari, ma mirano a strutture civili, come dimostra il raid su un complesso residenziale situato nel distretto di Desna. Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha riferito che i detriti di alcuni droni sono stati rinvenuti sul secondo piano di un palazzo, causando danni significativi. Diverse abitazioni hanno preso fuoco, e l’incendio si è rapidamente propagato ai piani superiori, provocando intossicazione in altre sette persone, tra cui due bambini.
Strategia di destabilizzazione
Questi eventi mettono in luce la strategia di Mosca, che sembra puntare a creare panico e destabilizzazione tra i civili, per indebolire la determinazione dell’opinione pubblica ucraina. La guerra psicologica si aggiunge alla già complessa situazione militare, rendendo la vita quotidiana estremamente difficile per i cittadini di Kiev. La comunità internazionale continua a monitorare con attenzione gli sviluppi, mentre la popolazione locale cerca di resistere a un conflitto che non accenna a placarsi.
