L’Italia ha rivestito un ruolo cruciale nel favorire i legami tra gli intellettuali latinoamericani, fornendo loro uno spazio creativo durante il periodo del secondo dopoguerra. Negli anni Settanta, caratterizzati da forti tensioni politiche e sociali, numerosi scrittori, artisti, cineasti e musicisti provenienti dall’America Latina hanno trovato accoglienza in diverse città italiane, con Roma in prima linea. Fino al 12 novembre 2025, l’Istituto Cervantes di Piazza Navona ospita una mostra che celebra questo periodo attraverso oltre 40 fotografie inedite della fotografa colombiana Cecilia Fajardo.
La mostra e il suo significato
Intitolata “La diaspora latinoamericana in Italia negli anni ’70”, l’esposizione è stata organizzata dall’ambasciata di Colombia a Roma e curata da Maria Clara Bernal, Luis Antonio Silva e Patricia Zalamea. La mostra documenta il lavoro di Fajardo, che ha catturato gli incontri dei circoli culturali e ha rappresentato il momento dinamico e complesso dell’Italia di quegli anni. Le fotografie offrono uno spaccato di vita quotidiana, manifesti politici affissi per le strade, graffiti, mostre d’arte e sfilate di moda, ricreando l’atmosfera di un’epoca storica ricca di fermento.
Negli anni Quaranta e Cinquanta, già si erano stabiliti rapporti tra il poeta colombiano Jorge Zalamea Borda e il celebre artista Giorgio de Chirico, mentre Firenze si era affermata come un importante centro di formazione per Fernando Botero. Anche le generazioni successive hanno trovato in Italia un punto di riferimento fondamentale. All’inizio degli anni Settanta, il pittore cileno Roberto Matta si era trasferito a Tarquinia, dove aveva dato vita a una comunità artistica. Altri nomi illustri, come il regista argentino Fernando Birri, il compositore Astor Piazzolla e lo scrittore spagnolo Rafael Alberti, hanno trovato in Italia un rifugio sicuro lontano dalle dittature nei loro paesi d’origine, aprendo le porte a numerosi altri artisti ispanofoni.
Cecilia Fajardo e il suo contributo
Cecilia Fajardo, nata a New York nel 1936 da genitori colombiani, ha vissuto a Roma tra il 1972 e il 1979 con il marito, il giornalista colombiano Alberto Zalamea. Durante questo periodo, Fajardo si è dedicata alla realizzazione di reportage fotografici su figure e eventi culturali che hanno segnato il decennio. Le sue interviste hanno coinvolto scrittori, registi, musicisti e artisti latinoamericani in visita, oltre a personalità del calibro di Pier Paolo Pasolini ed Eugène Ionesco. Fajardo ha accolto a Roma amici artisti come Luciano Jaramillo, Gloria Martinez e Rafael Alberti, mentre nel contempo figure di spicco come Gabriel GarcÃa Márquez, Julio Cortázar, il pittore cubano Wifredo Lam e il compositore venezuelano Alirio DÃaz giungevano in Italia.
Utilizzando la sua Rolleiflex, Cecilia Fajardo ha saputo documentare i dialoghi e i silenzi condivisi tra artisti e intellettuali europei e latinoamericani. Le sue fotografie ritraggono non solo la vulnerabilità di vivere lontano dal proprio paese, ma anche la bellezza dell’incontro con l’altro, un aspetto fondamentale della sua opera e del clima culturale di quegli anni. La mostra all’Istituto Cervantes offre un’importante occasione per riflettere su questa straordinaria interazione culturale che ha caratterizzato l’Italia degli anni Settanta.
