Il ritrovamento di una giovane ragazza, inizialmente creduta morta e poi salvata, ha ispirato il nuovo film “Illusione”, un dramma noir diretto da Francesca Archibugi. La pellicola, che debutterà alla Festa del Cinema di Roma nel 2025, vede un cast di attori di spicco, tra cui Jasmine Trinca, Michele Riondino e Vittoria Puccini. Prodotto da Fandango in collaborazione con Rai Cinema e Tarantula, il film si propone di esplorare temi attuali legati alla violenza sulle donne e alla società contemporanea.
La genesi del film
Francesca Archibugi ha rivelato che l’idea per “Illusione” è scaturita da un trafiletto apparso sul Corriere dell’Umbria, che raccontava del ritrovamento di una ragazza minorenne in un fosso. La regista ha cercato di approfondire la storia, ma ha scoperto che la giovane non era considerata una figura di rilevanza. “Le storie spesso scelgono noi”, ha dichiarato Archibugi, spiegando come sia nato il personaggio di Rosa Lazar, una figura inventata ma profondamente umana, che riflette le esperienze di molte donne vulnerabili.
La sceneggiatura, co-scritta da Archibugi, Francesco Piccolo e Laura Paolucci, affronta un intreccio di eventi che mette in luce come il voyeurismo dei media possa distorcere la percezione delle vittime di violenza. La narrazione si snoda attraverso il racconto di Rosa, una ragazza di quindici anni, che viene mostrata in uno stato critico in un fosso alla periferia di Perugia. Qui, il vicequestore Pizzirò, interpretato da Filippo Timi, scopre che la giovane è viva, dando inizio a un’indagine complessa.
I temi del film e la rappresentazione della violenza
“Illusione” si sviluppa attraverso una narrazione che alterna presente e passato, rivelando il percorso di Rosa, vittima di abusi e sfruttamento. La ragazza, proposta ai clienti come la ‘vergine moldava’, è al centro di un’indagine condotta dalla sostituta procuratrice Cristina Camponeschi, interpretata da Jasmine Trinca, e dallo psicologo Stefano Mangiaboschi, interpretato da Michele Riondino. L’analisi dei traumi subiti da Rosa è un elemento centrale, poiché la giovane vive in una realtà parallela, influenzata da un meccanismo di rimozione che la protegge dalle esperienze traumatiche.
Trinca ha sottolineato l’importanza di rappresentare una donna che, nonostante le sue sofferenze, trova la forza di rivendicare la propria esistenza. Il corpo di Rosa, inizialmente considerato morto, diventa simbolo di vita e resistenza. La pellicola non si limita a raccontare una storia di violenza, ma si impegna a dare voce a chi spesso rimane inascoltato, evidenziando i movimenti di rivendicazione e la necessità di espressione politica.
Il contesto sociale e le implicazioni del film
Archibugi ha messo in evidenza come “Illusione” tocchi anche un tema di grande rilevanza sociale: la presenza della mafia slava in Italia e il traffico di esseri umani. Dal 2008, la mafia ha infiltrato aziende in diverse città , tra cui Perugia e Siena, alimentando un mercato di prostituzione e droga. La regista ha espresso la sua preoccupazione per la scarsa attenzione mediatica su queste problematiche, sottolineando che esistono inchieste, come quella della magistrata Boccassini, che denunciano questa realtà .
La pellicola si propone quindi come un’opera di denuncia e consapevolezza, invitando lo spettatore a riflettere sulle dinamiche di sfruttamento e violenza che colpiscono le donne. Con il suo approccio audace, “Illusione” si inserisce nel dibattito contemporaneo, affrontando temi scomodi ma necessari per una società che desidera evolversi e proteggere le sue fragilità .
