Irina Scherbakova, storica e attivista russa, ha evidenziato in un incontro online con i giornalisti la posizione dell’Europa riguardo al conflitto russo-ucraino, sottolineando come l’Occidente per lungo tempo non abbia riconosciuto l’Ucraina come uno Stato indipendente, considerandola sotto l’influenza di Mosca. Scherbakova, co-fondatrice di Memorial e Premio Nobel per la Pace nel 2022, riceverà oggi, 15 marzo 2025, a Udine il Premio Friuli Storia per il suo libro “Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa”.
La propaganda del Cremlino
La storica ha messo in evidenza come la propaganda del Cremlino, che ritrae l’Ucraina come un Paese dominato dai nazionalisti e con una popolazione in gran parte russofona, abbia trovato ascolto non solo in Russia, ma anche in alcune zone d’Europa. Ha affermato: “Putin ha saputo sfruttare le vulnerabilità dell’Occidente e i forti legami economici con Mosca, specialmente in nazioni come Italia e Germania. Credeva di poter sottomettere l’Ucraina in breve tempo, costringendo l’Occidente ad accettare la situazione, ma la resistenza ucraina ha cambiato le carte in tavola, imponendo all’Europa di prendere decisioni più rapide e decisive”.
Piano europeo per la pace
Riguardo al piano europeo in dodici punti per la pace in Ucraina, Scherbakova ha riconosciuto il suo potenziale, affermando che se venisse attuato con la confisca dei beni russi e un’efficace assistenza militare a Kiev, rappresenterebbe un aiuto concreto. Tuttavia, ha criticato la lentezza delle azioni europee in questi anni.
Politica di Donald Trump
La storica ha descritto come “imprevedibile” la politica del presidente statunitense Donald Trump, notando che i suoi piani cambiano continuamente. Ha evidenziato che inizialmente Trump pensava di poter mediare rapidamente, ma si è reso conto che era un’illusione. Scherbakova ha auspicato che una futura pace non venga imposta a Kiev con la forza: “Un cessate il fuoco lungo la linea di contatto sarebbe giusto, ma è Putin a non volerlo”.
Atteggiamento della popolazione russa
Infine, ha analizzato l’atteggiamento della popolazione russa nei confronti della guerra, distinguendo una ristretta minoranza che ha accolto il conflitto favorevolmente e le proteste individuali che continuano, da una maggioranza che ha “normalizzato” la guerra e preferisce ignorarla. “Le persone desiderano che il conflitto finisca, ma non credono che dipenda da loro. Putin ha iniziato e lui deve porvi fine”, ha concluso Scherbakova.
