Nel nuovo film “Jay Kelly“, George Clooney veste i panni di un attore di fama mondiale, un personaggio che rispecchia in molti aspetti la sua stessa vita. La pellicola, diretta da Noah Baumbach e distribuita su Netflix, offre uno spaccato della carriera di un artista che ha conquistato il pubblico per oltre trent’anni, collezionando successi in film drammatici e d’azione, oltre a numerosi premi. La figura di Jay Kelly, interpretata da Clooney, sembra costruita attorno all’immagine del sessantaquattrenne, che incarna il carisma e l’eleganza che lo hanno reso celebre. Tuttavia, dietro questa facciata si cela un uomo in crisi, che riflette sulla sua vita e sulle scelte che lo hanno portato a sacrificare relazioni personali in nome della carriera.
La crisi di identità di Jay kelly
Nella conferenza stampa tenutasi a Los Angeles, Clooney ha condiviso le sue riflessioni sul personaggio, sottolineando come, a differenza di Jay Kelly, non abbia rimpianti. Con due figli di otto anni che lo amano e buoni rapporti con i suoi collaboratori, l’attore ha dichiarato di vivere una vita ben diversa da quella del suo alter ego cinematografico. “Jay Kelly è un stronzo”, ha affermato con un sorriso, suscitando ilarità tra i giornalisti presenti al Beverly Hills Hotel.
La trama si apre con una scena emblematicamente significativa: Jay Kelly, ferito e in difficoltà, si trova sul set mentre gira una scena in cui muore. La sua richiesta di rifare la scena diventa un tema ricorrente nel film, simboleggiando il desiderio di correggere gli errori del passato. Kelly si rende conto di voler “un altro ciak” nella vita, un’opportunità per riconsiderare le sue priorità e dedicarsi maggiormente a coloro che ama.
Il viaggio interiore di un uomo
Clooney ha descritto Jay Kelly come un personaggio simile a Frankenstein, che, nel suo egoismo, danneggia le vite degli altri. L’attore ha voluto rendere il suo personaggio complesso e, nonostante i suoi difetti, anche simpatico al pubblico. A sostenerlo in questa impresa sono stati il regista Baumbach e la co-sceneggiatrice Emily Mortimer, che interpreta la truccatrice personale di Kelly, insieme a un cast di talentuosi attori.
Noah Baumbach ha aggiunto un ulteriore livello di profondità al film, evidenziando come tutti noi, in gioventù, crediamo di avere tutto il tempo a disposizione per fare scelte. “Questo film esplora il momento in cui ci rendiamo conto che questa è l’unica occasione che abbiamo”, ha spiegato il regista. Jay si trova a dover affrontare le conseguenze delle sue decisioni, con una consapevolezza che arriva in modo inaspettato e doloroso.
Le conseguenze delle scelte nel mondo dello spettacolo
Anche i personaggi secondari, come il manager Ron, interpretato da Adam Sandler, e l’addetta stampa Liz, interpretata da Laura Dern, si confrontano con le loro fragilità mentre orbitano attorno a Jay. La solitudine del protagonista cresce, mentre si ritira nella campagna toscana, cercando di riconciliarsi con un padre distante e i fantasmi di figlie che rifiutano la sua presenza.
In un momento di riflessione, Clooney ha raccontato delle sue esperienze giovanili, quando lavorava come raccoglitore di tabacco per pochi dollari all’ora. Ha espresso gratitudine per la sua carriera, affermando che, nonostante le sfide legate all’invecchiamento, continua a ricevere ruoli significativi. “Non potrei mai lamentarmi”, ha concluso, evidenziando la fortuna di avere opportunità che molti altri non hanno.
Il film “Jay Kelly” si propone quindi come un viaggio profondo e toccante nel mondo di un attore di successo, costretto a confrontarsi con le scelte della sua vita e con le relazioni che ha trascurato lungo il cammino.
