Nomadi digitali: tra libertà e il rischio di affrontare la solitudine

Marianna Perrone

Ottobre 23, 2025

Il fenomeno del nomadismo digitale continua a espandersi in Europa, rappresentando un sogno di libertà e flessibilità lavorativa per molti. Questo stile di vita consente di lavorare da qualsiasi luogo, sia esso una spiaggia affollata o un elegante rooftop di un coworking. Secondo recenti studi, circa il 35% dei nomadi digitali sceglie questa modalità di vita proprio per la possibilità di viaggiare e scoprire nuove culture. Tuttavia, nonostante la libertà, emerge un bisogno di relazioni autentiche, lontane dagli schermi.

Ricerca sulle motivazioni e abitudini

Una ricerca condotta da The Social Hub, un gruppo alberghiero con 21 strutture ricettive e spazi di coworking in Europa, in collaborazione con l’istituto di ricerca Opinion Matters, ha analizzato le motivazioni e le abitudini di oltre 2.000 nomadi digitali europei. I risultati mostrano chiaramente che il visto è un elemento cruciale per chi desidera intraprendere questo percorso. Infatti, il 78% degli intervistati considera la disponibilità di un visto dedicato un segnale di accoglienza da parte di un Paese. Tra gli italiani, il 73% ha lasciato il lavoro d’ufficio per trasferirsi all’estero grazie a visti che facilitano questa forma di occupazione.

Motivazioni dei nomadi digitali

Le motivazioni che spingono i nomadi digitali a scegliere questo stile di vita sono diverse. La ricerca evidenzia che il 36% cerca un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, il 33% desidera flessibilità nella gestione del tempo e il 32% è spinto da ragioni economiche. Tuttavia, i nomadi digitali italiani si trovano tra i meno retribuiti d’Europa: solo il 10% guadagna più di 100.000 euro all’anno, a fronte del 27% dei colleghi olandesi. La strategia economica più comune non è tanto legata al guadagno, quanto al modo in cui si spendono i soldi: molti scelgono di lavorare da luoghi con un costo della vita più basso rispetto al proprio Paese d’origine.

Profilo demografico e sfide

Analizzando il profilo demografico, il 70% dei nomadi digitali italiani sono uomini, mentre il restante 30% sono donne. Le principali categorie lavorative includono il settore manifatturiero (17%), retail/catering/leisure (15%) e IT e telecomunicazioni (12%). La fascia di età più rappresentata è quella dei Millennial, seguita dalla Generazione X e dalla GenZ. Tuttavia, la libertà che caratterizza questo stile di vita comporta anche delle sfide. I nomadi digitali devono sapersi adattare a nuove situazioni e organizzarsi logisticamente, affrontando la solitudine, che è un problema comune. Sebbene solo il 32% degli italiani avverta questa difficoltà, molti avvertono la mancanza di relazioni dirette con amici e familiari, portando il 27% a riconsiderare il proprio stile di vita.

Legami interpersonali tra i nomadi digitali

Tra i nomadi digitali europei, gli italiani si distinguono per la loro volontà di mantenere vivi i legami interpersonali. Il 40% partecipa a eventi sociali per fare nuove conoscenze, il 37% utilizza app di incontri non solo per l’amore, ma per stringere nuove amicizie, e il 36% frequenta spazi di coworking. Tasha Young, Chief Membership Officer di The Social Hub, commenta che i risultati di questo sondaggio confermano le osservazioni fatte nei loro Hub: la possibilità di viaggiare e lavorare in ambienti nuovi è stimolante, ma le persone desiderano anche connessioni umane e un senso di comunità. Young sottolinea che l’Europa, grazie alla libertà di movimento, offre molte opportunità ai lavoratori e che l’introduzione di visti per nomadi digitali in vari Paesi dell’UE rappresenta un segnale di apertura e accoglienza.

×