Giovane padre si suicida: l’indagato si scusa per l’accaduto

Egidio Luigi

Ottobre 23, 2025

Il caso di Andrea Prospero continua a far discutere in Italia, con nuove dichiarazioni che emergono dal tribunale di Perugia. Il 23 ottobre 2025, un diciottenne romano ha chiesto scusa ai familiari dello studente universitario, che ha tragicamente perso la vita nel gennaio di quest’anno. La richiesta di patteggiamento per istigazione o aiuto al suicidio presentata dall’indagato è stata respinta dal giudice, il quale ha ritenuto opportuno procedere con il processo.

Reazione del padre di Andrea

Il padre di Andrea, visibilmente colpito, ha commentato le parole del giovane, sottolineando che “perdere un amico in queste condizioni non significa avere un amico”. La sua reazione è stata chiara e diretta: “Da schifo” è stata la sua espressione di disapprovazione nei confronti delle scuse ricevute.

Decisioni del giudice e aspettative della famiglia

Il genitore ha espresso la sua soddisfazione per le decisioni del giudice, che ha accolto le richieste formulate dai legali della famiglia. “Siamo soddisfatti per la prima fase, in quanto il giudice ha valutato le istanze dei nostri avvocati, che sono molte sensate”, ha dichiarato il padre, aggiungendo che si aspetta una “completa giustizia per Andrea“. Ha anche commentato la pena di due anni e mezzo, definendola “ridicola” e non accettabile.

Dibattito pubblico e responsabilità

La vicenda ha suscitato un ampio dibattito pubblico, mettendo in luce le complesse dinamiche legate al tema del suicidio e della responsabilità. La famiglia di Andrea Prospero continua a cercare giustizia, mentre il processo si svolge nel contesto di un’attenzione mediatica crescente, che rende evidente l’importanza di affrontare queste tematiche con la dovuta sensibilità.

Impatto sulla comunità e futuro del processo

Il caso di Andrea Prospero rimane un episodio tragico che ha colpito profondamente la comunità di Perugia e non solo, richiamando l’attenzione su questioni di rilevanza sociale e giuridica. La prossima fase del processo si preannuncia cruciale per il futuro della giustizia in questo caso, e per la memoria di Andrea.

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